Accolta con favore dal prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica la proposta dell’uso del telefonino in classe
“Lo smartphone non è un demonio. E’ positivo che lo si porti a scuola. Gli studenti, con l’aiuto dei docenti, potranno imparare un utilizzo critico e moderare l’uso perverso che spesso si fa di questo strumento”.
“Il progresso tecnologico è importante e ha portato grossi vantaggi – annota il prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica all’Adnkronos-. Si tratta di integrazioni, in quanto questi strumenti non danno delle risposte. Quando si diffondono nuovi strumenti c’è sempre una certa paura che possano essere negativi, ma anche nel caso dello smartphone mi pare che la scuola possa essere il luogo più adatto dove insegnare agli studenti un utilizzo critico”.
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“Penso che non si possa tenere fuori dalla scuola il telefonino – osserva Versaldi -. Questo strumento non è il demonio. Penso che i ragazzi possano apprendere l’uso critico di questo strumento proprio all’interno delle scuole. Sarà dovere dei docenti, molti dei quali sicuramente cresciuti in un’epoca lontana dalla tecnologia, apprendere e insegnare ai ragazzi ad essere più critici rispetto all’uso di questi strumenti. Perciò penso sia positivo che si porti a scuola lo smartphone. Con l’aiuto degli insegnanti, i ragazzi potranno finalmente moderare l’uso perverso”.
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