
Si parla ancora di elementi della religione musulmana che fanno discutere e coinvolgono il mondo della scuola: stavolta è il turno del velo. La Lega lombarda, come riporta Ansa, ha presentato una mozione al fine di vietarlo, così come il burqa e il nijab, negli edifici pubblici come le scuole.
“Non possiamo tollerarlo”
Il documento, presentato questa mattina, impegna la giunta a dare piena attuazione alla delibera del 2015 della Regione che vieta il burqa nei luoghi pubblici della Lombardia, “rinnovando l’invito ai Comuni per assicurarne il rispetto nei propri edifici pubblici” e invitando il governo nazionale “a valutare l’estensione della misura a tutti gli ambienti scolastici”.
“Burqa e niqab sono strumenti di oppressione nei confronti delle donne che non possiamo tollerare. Purtroppo assistiamo anche a posizioni politiche un po’ accondiscendenti” ha detto il capogruppo della Lega lombarda Alessandro Corbetta.
“Il burqa – ha detto l’europarlamentare Silvia Sardone – comporta problemi di sicurezza. Il velo islamico nelle scuole dell’infanzia e primaria non è una scelta libera e consapevole, è un simbolo di sottomissione che impedisce una vera integrazione di coloro che saranno i futuri e le future italiane”.
Velo a scuola, si può indossare o no?
Già in Toscana c’erano state iniziative leghiste in questo senso, come la raccolta firme ‘In classe con la testa libera’ – presentata il 12 novembre nella sede del Consiglio regionale della Toscana dall’europarlamentare Susanna Ceccardi della Lega, insieme ai consiglieri regionali ed al segretario regionale della Lega, Luca Baroncini.
Ma è lecito o non è lecito impedire di indossare il velo a scuola? Sembra non esservi una risposta certa. A metà maggio, la Corte europea per i diritti umani, la Cedu, con una sentenza specifica ha dichiarato inammissibile il ricorso di tre studentesse fiamminghe contro il divieto di indossare il velo in ambiente scolastico ritenendo che l’interdizione non viola il diritto a esprimere liberamene la loro religione.
Nelle scuole europee, però, il divieto continua ad essere attivo. E quando le famiglie fanno ricorso, i tribunali condannano le istituzioni scolastiche perché dovevano accogliere comunque le studentesse con il velo.