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Veneziani, i presidi, i bidelli, la video-scuola e l’Anp

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Con la didattica a distanza bidelli e presidi sono finiti nella clandestinità: lo sostiene Marcello Veneziani in un articolo apparso su Panorama. Si sarebbero imboscati, perché in questa scuola del coronavirus, dove si insegna attraverso un video, loro non avrebbero più nulla da fare e nulla da dire, né nulla da pretendere da prof e alunni che lavorano da casa fra mille problemi.

L’amarcord di Veneziani

Tralasciando singolari amarcord della sua giovinezza, sottolinea che secondo una sua “personale statistica sui cripto-presidi incontrati in questi ultimi anni: 4 su 5 meridionali, 4 su 5 di sinistra, 4 su 5 incapaci. Le tre categorie non coincidono. La loro etichetta di sinistra la capivi dopo due frasi, quasi come la loro inflessione meridionale, oltre al cognome. E la loro idea della scuola e il loro spessore erano subito chiari. Tra i migliori conosciuti, un preside cieco, che usava un docente come cane lupo, e una preside paralitica, in carrozzella, ambedue del sud: i più validi erano due invalidi”.

Da presidi a dirigenti

Non ce l’ha coi presidi Veneziani, ma, secondo lui, “hanno smesso di essere presidi da quando non sono più chiamati presidi… e ormai sono ridotti ad amministratori frustrati, con compiti d’imprecisata stregoneria, ora con la video-scuola possono essere sostituiti da un’icona, un drone o un service”.

Il bidello scomparso

E alla “scomparsa del preside corrisponde, per simmetria, la scomparsa del bidello. Ecco perché la scuola non ha più né capo né coda. Oltre che acefala è pure focomelica”.

L’Anp

Parole pesanti che hanno fatto indignare l’Anp: “L’articolo di Marcello Veneziani risulta infarcito di aneddoti, facezie e luoghi comuni. Proprio per questo non meriterebbe molta considerazione”, tuttavia, scrive l’Associazione dei dirigenti, se la didattica a distanza non ha bisogno di presidi, anche i giornali online non hanno bisogno di direttore: allora perché ci stanno?

“Considerazioni balzane, quelle del giornalista il cui affondo del tutto inaccettabile sta dentro alcune sue personali statistiche che tenta di spacciare per oggettive: sorvolando sulle presunte connotazioni politiche e geografiche dei dirigenti scolastici, Veneziani ne qualifica i quattro quinti -ben l’80%- come “incapaci”. Poi, con gusto davvero dubbio, afferma addirittura che fra i migliori incontrati figurano “un preside cieco” e “una preside paralitica” – menandone scandalo come se fra le competenze richieste dalla dirigenza ci fossero la vista d’aquila o le doti podistiche – e dimostra un imbarazzante disprezzo verso persone che, nonostante la disabilità, hanno raggiunto un ragguardevole traguardo professionale”.

I bidelli? Lavorano come sempre

“E che dire della pittoresca, ancorché fasulla, – riporta sempre la nota Anp- narrazione dei bidelli? Che è connotata da inesattezze tipiche di chi non sa come stanno le cose: i collaboratori scolastici svolgono gli stessi compiti di sempre, dalla pulizia (le imprese esterne intervengono in una minoranza di scuole) alla fondamentale vigilanza. Attività per la quale, semmai, il loro numero risulta spesso insufficiente”.

Se questo scrive l’Anp, per quanto ci riguarda Veneziani ha sempre avuto un debole per i docenti sessantottini, definiti, ai tempi del governo Berlusconi, ignoranti, ideologizzati, fannulloni, in simbiosi col premier che li accusava di “inculcare” ai giovani il loro pensiero comunista e antigovernativo, tanto che la scuola era uno dei “poteri forti” della sinistra.

Accuse antiche e ripetute

Ora una similare accusa, non già di “inculcare”, ma di essere di sinistra faziosa, meridionali e incapaci la scatena contro i dirigenti:  4 su 5 sono meridionali, 4 su 5 sono di sinistra e 4 su 5 sono incapaci.

E anche se la sua statistica fosse esatta, perché si scandalizza che l’80% è di sinistra e che un altro 80% è meridionale? Non sono tutti cittadini italiani con la loro sacrosanta libertà di pensiero e di origine “razziale”? E’ una colpa essere meridionali e di sinistra?

… senza distinzione di razza e di dea politica

Diverso quando parla di incapacità. Sono incapaci perché di sinistra e meridionali, o per ignoranza propria, oggettiva, peculiare? La faccenda diventa delicata, anche perché costoro, comunque, hanno vinto un concorso, per cui la presunzione di incapacità, nonostante la sua statistica, sembra del tutto faziosa e dunque incapace di essere credibile.