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Viaggi d’istruzione, pochi docenti disposti a fare gli accompagnatori. Un prof: “Non ti pagano e dicono che vai in vacanza gratis”

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La pandemia da Covid-19 ha causato, ovviamente, uno stop ai viaggi d’istruzione. Da aprile scorso è possibile nuovamente organizzare le gite scolastiche, ma i problemi che sono emersi sono molteplici. A parlarne è stato anche Mario Rusconi, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi Roma, come riportato da Il Venerdì di Repubblica.

Rusconi (Anp): “Eccessivo aumento della turbolenza”

Sono sempre meno i docenti disposti ad accompagnare le scolaresche in gita, visto anche un aumento dell’irrequietezza e dell’imprevedibilità delle azioni degli studenti, cosa che spaventa gli insegnanti che devono vigilare su di loro. Per non parlare del lato economico legato al ridotto compenso dei docenti accompagnatori.

“Già negli ultimi anni c’era stato un eccessivo aumento della turbolenza, incidenti gravi, persino mortali. Trovare insegnanti disposti ad accompagnare gli studenti è più difficile da quando è stata abolita la diaria, l’ennesimo risparmio sulla pelle delle scuole. Adesso gli istituti devono provvedere con fondi propri, e le cifre di compenso e di rimborso non sono più fisse, anzi tendono ad essere sempre più ballerine”.

Di Meglio (Gilda): “L’Aran non interviene”

I docenti rischiano addirittura di non essere ricompensati per le gite: “A fine anno gli insegnanti che hanno accompagnato in gita i ragazzi ottengono un piccolo contributo alla voce ‘flessibilità’, o un eventuale bonus. Quasi nulla se si pensa che passiamo una settimana a fare i turni in piedi, di notte, per assicurarci che nessun ragazzo faccia cavolate”, ha detto Carmen Manzo, insegnante di italiano alla scuola media Mazzini di Roma.

“Quando vai in missione per lavoro ti pagano le indennità e ti riconoscono le ore di lavoro eccedenti. Quando vai in gita no! Non ti pagano, non ti sostengono, e ti dicono pure che vai in vacanza gratis”, ha fatto eco Astrik Gorghinian, insegnante di matematica al liceo Pilo Albertelli di Roma.

L’indennità giornaliera è stata abolita prima dalla Finanziaria del 2006 e poi, definitivamente, dalla legge 78/2010. Da allora le scuole cercano di coprire le spese con le gratuità offerte dalle agenzie di viaggio. E la situazione non sembra poter cambiare a breve: “L’Aran non interviene sulla materia”, spiega il sindacalista della Gilda Scuola Rino Di Meglio, “perché non sono state stanziate risorse. Si scarica tutto sulle singole scuole”.