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Violenza a scuola, i dati di Valditara: “Nell’ultimo anno 5 episodi al mese, in quasi la metà dei casi coinvolti genitori”

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Come abbiamo scritto, in occasione dell’inizio dell’anno scolastico 2023/2024 il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha rilasciato una lunga intervista a Il Corriere della Sera in cui ha trattato alcuni punti chiave relativi al suo operato e alla stretta attualità, come gli aiuti previsti per Caivano e i dati sulle immissioni in ruolo.

Presto a scuola 37mila docenti tutor

C’è stato spazio anche per una riflessione sull’introduzione dei docenti tutor, che avverrà proprio quest’anno. “Saranno 37mila e lavoreranno nell’ultimo triennio delle scuole superiori per far emergere le criticità e le potenzialità degli studenti e aiutarli nella costruzione di un percorso personalizzato, insieme ai docenti della classe”, ha ribadito il ministro.

Ecco anche qualche battuta sull’indagine sui cosiddetti “diplomifici”: “L’attività ispettiva si è già svolta e abbiamo ora un quadro chiaro. Gli interventi riguardano diversi livelli. Per quanto ci riguarda interverremo a livello legislativo per rendere, tra l’altro, più stringenti i criteri per la formazione delle ultime classi”, questo ciò che farà il ministero.

Al via la riforma delle sospensioni

E, infine, Valditara si è concentrato sul tema della violenza a scuola e soprattutto contro i docenti, da parte di genitori o degli stessi alunni. “Abbiamo disposto un monitoraggio. Da settembre 2022 a maggio 2023 gli episodi di violenza sono stati 5 al mese, in quasi la metà dei casi erano coinvolti i genitori”, questi i dati forniti dal capo del dicastero bianco.

Ecco infine le ultime novità sulla riforma delle sospensioni, già annunciata qualche mese fa dal ministro Valditara: “Sto per presentare un disegno di legge, saremo operativi appena il Parlamento lo approverà. Si rivoluziona l’istituto della sospensione, che si attuerà stando a scuola. Oltre i due giorni lo studente dovrà partecipare ad attività di ‘cittadinanza solidale’. Saranno gli uffici scolastici regionali a fare convenzioni con i soggetti preposti, dalla Caritas alle case di riposo, dove gli studenti potranno prestare la loro opera di volontariato. Le scuole poi sceglieranno dove far svolgere queste attività. L’obiettivo è far capire al giovane il valore di far parte di una comunità, il rispetto verso gli altri e la solidarietà che questa appartenenza comporta, così l’errore diventa occasione di maturazione e crescita. Quanto al voto di condotta, farà media anche nelle scuole secondarie di primo grado e conterà per i crediti della maturità. Chi avrà sei in condotta sarà rimandato in condotta e dovrà preparare un elaborato sui temi della cittadinanza solidale”, ha concluso.