I lettori ci scrivono

“Vogliate bene ai vostri docenti”. La lettera aperta alle giovani generazioni

Cari ragazzi,

chi scrive è un “ex”, ormai da qualche anno, che ha lasciato il mondo della scuola, dal quale tanto ha avuto e che sicuramente non può non sentire nostalgia.

Le relazioni sociali che si instaurano con i compagni e con gli insegnanti sono molto forti. Esse vanno coltivate, nel rispetto dei ruoli, giorno dopo giorno a memoria di un periodo della vita che non ritornerà più.

Ve ne accorgerete con il passare del tempo.

Io ricordo ancora, nonostante siano passati più di sessant’anni, il bene ricevuto dalla mia maestra delle elementari nonostante i rimproveri ricevuti, dati con dolcezza ma con altrettanta fermezza.

Ascoltate e vogliate bene ai vostri insegnanti riconoscendo la dura missione che quotidianamente portano avanti nulla chiedendo se non impegno e collaborazione.

Non siate ostili. In nome di che cosa poi? Cercate il dialogo costruttivo visto sotto le sue sfaccettature ricorrendo ai moderni strumenti solo se necessario.

Ciò torna quanto mai attuale utile, dato il periodo caratterizzato da restrizioni imposte da normative di salute pubblica.

Che sia forse il caso di chiedere suggerimenti sulle strategie per il recupero delle carenze, per ripassare o per approfondire? Sono convinto, perché l’ho provato sia come studente che come docente, che troverete la massima collaborazione da parte di chi ha a cuore la vostra formazione umana, culturale e professionale.

Per raggiungere tale obiettivo è necessario fare la propria parte e non attendere di essere “cercati”.

“Aiutati che il Ciel ti aiuta”, dice un detto popolare. Gli eventi della vita dimostreranno quanto sia ancora attuale.

Non abbattevi di fronte agli insuccessi. La speranza ed in particolare la buona volontà saranno fedeli alleati ed il sole vi illuminerà affinché si possa dire: “Ci sono anch’io, ci siamo anche noi”.

Lettera firmata

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