Home Alunni Alunni minori in uscita da scuola, non basta più la liberatoria: vanno...

Alunni minori in uscita da scuola, non basta più la liberatoria: vanno consegnati ai genitori

CONDIVIDI

Sono sempre di più i dirigenti scolastici che si stanno organizzando per cambiare i regolamenti d’istituto sull’uscita degli alunni da scuola.

È l’effetto della sentenza 21593/17 della Cassazione, pubblicata qualche settimana fa, conseguente alle morte di un bambino toscano che nel 2003 fu investito da un autobus di linea all’esterno della propria scuola: per la Suprema Corte, in sostanza, la scuola – dirigente e personale – in caso di incidente ad un alunno fuori dall’edificio, è ugualmente responsabile, perché gli insegnanti hanno l’obbligo sia di assicurarsi che i bambini siano saliti sul bus sia di aspettare i genitori se in ritardo.

Ancora di più se ciò è previsto dal regolamento approvato in Consiglio d’Istituto. In questo caso, per la Cassazione il personale scolastico ha l’obbligo «di far salire e scendere dai mezzi di trasporto davanti al portone della scuola gli alunni, compresi quelli delle scuole medie, e demandando al personale medesimo la vigilanza nel caso in cui i mezzi di trasporto ritardino».

Il controllo e la vigilanza, da parte dell’amministrazione scolastica, dunque, non si sarebbe dovuta interrompere fino a quando gli alunni non sarebbero stati presi «in consegna da altri soggetti e dunque sottoposti ad altra vigilanza, nella specie quella del personale addetto al trasporto».

Pertanto, non basta una liberatoria dei genitori per scaricare le responsabilità delle scuole in caso di uscita di bambini e ragazzi prima dell’orario previsto.

 

IL CASO DI MONTESILVANO

A Montesilvano, in Abruzzo, riporta un’Ansa del 3 ottobre, dopo quelle sentenza si è venuto a creare un è braccio di ferro tra un gruppo di mamme e l’Istituto comprensivo statale ‘Troiano Delfico’.

Il dirigente, si legge, nel corso di confronti informali aveva detto che avrebbe approfondito la questione e valutato le possibili soluzioni, tra cui quella di una eventuale liberatoria. In pochi giorni è iniziato a circolare tra le mamme, anche grazie ad un tam tam su WhatsApp, un modello di liberatoria che dalla scuola definiscono “non ufficiale e non elaborato dal dirigente”. Un modulo che, di fatto, non ha alcun valore legale.

“Abbiamo approfondito la materia e ci siamo confrontati anche con altri istituti – dicono all’Ansa dalla scuola – ma sembra proprio che la strada della liberatoria non sia percorribile“.

 

MATERIA COMPLESSA

La materia è particolarmente complessa, perché regolamentata da articoli del codice civile e di quello penale: come anche scritto più volte dalla Tecnica della Scuola, e ribadito dalla Cassazione, infatti, i minori, al termine delle lezioni, devono essere accompagnati ai cancelli dai docenti dell’ultima ora e presi in consegna dai genitori.

Nel caso non via siano genitori, o chi per lui (con delega), il minore viene preso in consegna dal collaboratore scolastico di servizio e dal dirigente, che provvederanno a chiamare la famiglia (qualora si tratti di una consuetudine si potrebbero chiamare anche le forze dell’ordine).

Nel frattempo, nell’Istituto comprensivo statale ‘Troiano Delfico’ dell’istituto è apparso un annuncio in cui si comunica “a tutti i genitori che i modelli di liberatoria che stanno ricevendo via WhatsApp non sono autorizzati dalla scuola” e che “la dirigente non ha ancora emanato disposizioni in proposito. Le disposizioni definitive saranno pubblicate entro lunedì 9 ottobre 2017. Fino ad allora sono valide le disposizioni dell’ultima circolare”.

 

LA CIRCOLARE DEL PRESIDE

E quest’ultima circolare, del 22 settembre scorso, prevede che “tutti i minori, alla fine delle attività didattiche, siano accompagnati ai cancelli dai docenti dell’ultima ora di lezione e ripresi in consegna dai genitori o da soggetti ufficialmente delegati dai genitori”. Ribadendo, di fatto, quanto prevede la legge. Ed è bene che nel regolamento d’istituto non vi siano norme interne che la rendano ancora più severa di quella che già è. Ecco perché molti presidi stanno cercando di trovare delle modalità che non si rivelino delle trappole.