Home Attualità Ascani: Interventi per limitare le criticità dell’edilizia

Ascani: Interventi per limitare le criticità dell’edilizia

CONDIVIDI

Alla vigilia degli Stati generali voluti dal governo, Anna Ascani (Pd), viceministra dell’istruzione, afferma: «Stiamo predisponendo un piano per il Recovery Fund. Dal 2014 a oggi abbiamo autorizzato 28mila interventi in altrettanti edifici scolastici mentre in altri 12 mila non si è intervenuti. Per chiudere la partita – continua a dire al Sole 24 Ore nel corso di una intervista- sull’edilizia scolastica servono circa 8 miliardi ed è un’occasione da non sprecare. Mentre la spesa per il personale andrebbe finanziata ogni anno un investimento di questo tipo basta farlo una volta sola».

«Se la situazione epidemiologica resta questa, alla primaria e alla secondaria di I grado non vedo grandissimi problemi mentre in un 20% di scuole superiori dei centri più popolosi effettivamente c’è qualche criticità».

Il cruscotto informativo

Per il ritorno in classe, la ministra aggiunge: «Stiamo affinando un cruscotto informativo con il dettaglio in metri quadri di tutte le aule italiane a partire dai dati di anagrafe edilizia che già abbiamo. Una prima versione l’avremo alla fine della prossima settimana, poi entro fine mese contiamo di avere il 100% dei dati. Insieme agli iscritti di quest’anno e alla tabella con l’organico dei docenti inseriremo il criterio del metro lineare di distanza chiesto dal Comitato tecnico scientifico. Al netto dello spazio della cattedra, della porta e delle finestre, serviranno circa due metri quadri per alunno ed è su quello che ci stiamo regolando. Ci serve a stabilire dove il distanziamento richiesto dal Cts si può già rispettare magari passando dal banco doppio a quello singolo e dove bisogna invece utilizzare altri spazi anche eventualmente esterni”.

Ricognizione degli edifici e spazi aperti

Ma non solo afferma ancora Ascani: «Abbiamo chiesto a comuni e province innanzitutto di completare la ricognizione degli edifici di loro proprietà e poi di valutare accordi con il terzo settore e con l’intera comunità sulla base di paletti precisi. Dobbiamo prediligere spazi liberi. Penso a scuole chiuse per il dimensionamento ma anche cinema, musei, sale conferenza, auditorium o altri spazi di proprietà degli enti locali”.