
Da oltre 40 anni 400mila pensionati percepiscono una buona rendita iniziata a poco più di 39 anni di età: 36,4 anni gli uomini e 39,5 le donne.
A ricordarlo Il Corrie della Sera che scrive essere quelle pensioni, dette appunto “baby pensioni”, legate alle regole degli anni Ottanta, quando si consentiva il pensionamento delle lavoratrici pubbliche sposate e con figli con appena 14 anni sei mesi e un giorno di anzianità contributiva.
In ogni caso di quella legge, nonostante siano passati decenni, a goderne sono 561 mila pensionati risalenti al 1981 e agli anni precedenti considerando complessivamente quelle di vecchiaia, quelle ai superstiti e infine quelle di invalidità previdenziali. Un numero che scende a 318.000 se invece non si considerano gli assegni di invalidità.
Per il pubblico le pensioni decorrenti nel 1980 e negli anni precedenti sono 53.274; 17.508 quelle risalenti al 1981.
Sempre per il settore pubblico l’età media alla decorrenza per le pensioni che risalgono almeno al 1980 è di 41,2 anni con l’età media per le 21.104 pensioni di vecchiaia di 44 anni (e un importo medio mensile di 1.525 euro).
In quegli anni per le donne dipendenti pubbliche con figli era possibile andare in pensione con 14 anni sei mesi e un giorno di contributi (la cosiddetta baby pensione) e ci sono ancora migliaia di pensioni in vigore grazie a quella norma e alle altre che consentivano il collocamento a riposo con 20-25 anni di lavoro.