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Gb, per arginare il “binge drinking” intervenga la scuola

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Il vizio dell’alcol i età giovanile non sarebbe principalmente legato ai cattivi esempi provenienti da mass-media, messaggi pubblicitari o da compagni-leader negativi: la causa di gran lunga più influente nell’avvicinare un adolescente a bere risiede, in realtà, nella famiglia. Tanto che i figli di genitori dediti all’alcol correrebbero due volte tanto il rischio di bere in modo eccessivo: a sostenerlo sono i ricercatori  della Joseph Rowntree Foundation, una fondazione inglese di ricerca in scienze sociali, autori di uno studio su 5.700 teenagers, di età compresa tra i 13 e i 16 anni.
Lo studio, realizzato dall’istituto Ipsos Mori per conto rivela – ha scritto l’Independent – che un adolescente di 13-14 anni su quattro si è già ubriacato più di una volta, mentre la media è di uno su due tra i 15-16enni (52%). Tra i 13-14enni, già il 70% ha bevuto dell’alcol, mentre la percentuale sale all’89% tra i 15-16enni. La maggior parte ha bevuto il primo bicchiere a 12-13 anni”.
I dati sono preoccupanti, perché si aggiungono a quelli assoluti: il 39% dei britannici e il 31% delle britanniche, infatti, superano la soglia del consumo di alcol quotidiano consigliato.
Chi rischia maggiormente di finire nella rete del “binge drinking” (il bere per sballarsi), sono i ragazzi lasciati senza la supervisione dei genitori. Secondo lo studio, i giovanissimi che se ne vanno in giro il sabato sera senza che i genitori sappiano dove si trovano o che guardano i film vietati ai 18 anni senza avere un adulto accanto, sono più inclini ad alzare il gomito. È come se possedessero una sorta di lasciapassare su tutti i fronti.
Con una conclusione inevitabile: “lo studio mostra che i genitori hanno più influenza di quello che credono sul comportamento degli adolescenti – ha commentato Claire Turner, della fondazione Joseph Rowntree – . Ciò che i genitori dicono e il loro comportamento rispetto all’alcol – ha aggiunto – ha una grande influenza sul modo in cui i loro adolescenti si avvicineranno al bere“.
Secondo lo studio, anche le uscite con gli amici giocano un ruolo importante nell’alcolismo giovanile: basti pensare che la tendenza a bere troppo raddoppia se i ragazzi trascorrono fuori più di due notti a settimana a divertirsi. Stare fuori tutte le sere – insiste la ricerca – quadruplica il rischio di bere in modo eccessivo.
Gli esperti di devianza minorile si spingono anche nella ricerca di possibili soluzioni per contrastare una tendenza che sembra ormai dilagante. Fondamentale sarebbe il ruolo assunto dagli istituti scolastici: “possono essere – sottolineano i ricercatori della fondazione d’Oltremanica – un canale fondamentale per la prevenzione, diffondendo informazioni e inviando messaggi ai genitori, al fine di agire tempestivamente in momenti importanti nello sviluppo dei ragazzi”.