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Software open source nella didattica

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Nella disciplina informatica, open source (termine inglese che significa sorgente aperta) indica un software i cui autori ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l’apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti.

Questo è realizzato mediante l’applicazione di apposite licenze d’uso.  In altre parole  possiamo dire che con open source Software  l’utente finale può liberamente accedere al file sorgente, è in grado di modificare a suo piacimento il funzionamento, correggere eventuali errori, ridistribuire a sua volta la versione da lui elaborata.

L’esempio più noto è il sistema operativo Linux. La distribuzione di questo software presuppone la rinuncia da parte dei programmatori al diritto di proprietà intellettuale. In sostanza, quando si parla di applicativi liberi per la didattica si parla di:

  • Libreoffice, utile per scrivere, presentare, calcolare, creare PDF.
  • Firefox per navigare in internet e scaricare audio, video o testi, dialogare a distanza e molto altro ancora.
  • Audacity per creare audiolezioni.
  • CamStudio per creare videoclip.
  • CMAPP per creare mappe concettuali.
  • Open-Sankorè per gestire, come accennato, le Lavagne Interattive Multimediali, ma tutte utilizzabili su qualsiasi PC, sia esso Windows, MAC o Linux Ubuntu o So.Di.Linux.

A tal riguardo ricordiamo le varie tipologie di software utilizzabile nella didattica a scuola:

  • Software libero: software che rispetta la libertà degli utenti e della comunità. Gli utenti hanno la libertà di eseguire, copiare, distribuire, studiare, modificare e migliorare il software
  • Software open source (ma non necessariamente libero): software di cui gli autori decidono di rendere pubblico il codice sorgente
  • Software gratuito (ma non necessariamente open source e libero): software concesso in utilizzo agli utenti a titolo gratuito
  • Software proprietario: software di cui non è disponibile per gli utenti il codice sorgente, sia esso concesso gratuitamente o a pagamento