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Un patto educativo pensando a Karol Wojtyla

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Il Comune di Termoli, diocesi, Ufficio scolastico regionale, dirigenti scolastici, Ordine dei giornalisti e stampa cattolica del Molise: questi i soggetti che hanno firmato un patto educativo adeguato alla realtà locale e  siglato per il 40° anniversario della visita di Papa Giovanni Paolo II a Termoli, avvenuta il 19 marzo del 1983.

 Il patto è stato siglato nel municipio adriatico alla presenza del cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, nel solco del Patto educativo voluto da Papa Francesco: oltre al cardinale hanno preso parte alla cerimonia il sindaco Francesco Roberti, il vescovo Gianfranco De Luca, il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Anna Paola Sabatini, i dirigenti scolastici degli istituti del Basso Molise, i giornalisti con l’Ordine del Molise e Ucsi Molise.

Il senso del patto educativo si allaccia all’appello globale lanciato da papa Francesco con uno sguardo attento ai giovani, al territorio e alle sue fragilità.

“Per educare ci vuole un villaggio”, ha detto Mons. Zani, “dunque il villaggio bisogna costruirlo partendo dal contesto in cui si vive”. E poi ha proseguito individuando tre punti cardine: “partire dalla persona come ricchezza fondamentale prima di qualsiasi altro discorso; secondo, utilizzare tutti i linguaggi possibili (scuola, arte, musica, sport, volontariato e molto altro cercando di cogliere i contesti più fragili e dedicando attenzione al tema della disabilità) per sviluppare tutte le dimensioni della persona. Terzo punto, avere il coraggio di formare persone che sappiano mettersi al servizio del bene comune, diventino così protagoniste nel mondo nei vari contesti di vita ecclesiale, civile e politica, e tutti possono dare contributo a fare questo”.

“Ero bambina – ricorda la direttrice dell’Usr – e con mio padre abbiamo seguito la visita del Santo Padre a San Salvo e poi a Termoli. Quello di oggi è un messaggio forte che dobbiamo trasmettere ai nostri ragazzi perché in questo momento vivono difficoltà, anche disorientamento. Per noi è un momento essenziale non solo perché criticità così importanti non possono che essere affrontate con una sinergia forte come quella che oggi andiamo a siglare, ma anche una unicità di vedute che devono porre al centro del percorso educativo la persona, l’ascolto dei giovani e l’inclusione. Questo è un momento importante per suggellare una unità di intenti e di azione forte per un bene importante e prioritario quali sono i nostri ragazzi e i nostri giovani che rappresentano il futuro ma soprattutto il nostro presente”. 
“Se vogliamo un futuro migliore dobbiamo puntare sull’educazione. E’ sempre stata importante per preparare alla vita. C’è bisogno di formazione profonda che dia la capacità di affrontare le sfide che il futuro ci riserva”.