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Fedeli fa i conti con la Buona scuola

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Nel passaggio di consegne, Stefania Giannini ha lasciato alla nuova ministra Fedeli sei dossier caldi che dovranno essere affrontati.

Il nuovo ministero, secondo La Repubblica,  accompagnerà in Gazzetta ufficiale alcune deleghe di governo pronte, ne fermerà altre (quella che prevede una nuova figura di apprendista-docente a 800 euro il mese, per esempio) e consentirà a blocchi di docenti di rientrare a casa prima del previsto.

Inoltre, a parte  i concorsi  a cattedra da completare, viene confermata pure la mancanza di 23mila docenti a tempo indeterminato, figure che saranno coperte nuovamente con supplenti.

Ci sono poi altri due concorsi da mettere in moto nel 2017: quello per dirigenti scolastici -1.500 posti, ottocento da assumere il prossimo settembre – e quello per direttori dei servizi amministrativi.

Bollente la questione mobilità: si starebbe valutando la possibilità di far saltare il vincolo di tre anni previsto dalla Legge 107, ovvero l’obbligo di restare nelle sede assegnata per trentasei mesi. In particolare, questa deroga dovrebbe valere per i docenti assunti entro l’estate 2015.

Secondo Repubblica  molte delle nuove deleghe del precedente governo non ancora approvate semplicemente, salteranno. Tra questi, “il reclutamento”: prevede che per tre anni i docenti in prova siano pagati con contratto di apprendistato. Lo stipendio mensile sarebbe intorno agli 800 euro invece dei 1.350 di base. Difficile che questa delega vada in porto, difficile che la neoministra ex sindacalista la faccia sua. 

È probabile che vengano portate in fondo le riforme sulla disabilità, sul diritto allo studio e sulla promozione della cultura umanistica. Più difficile la realizzazione del riordino delle disposizioni del sistema nazionale dell’istruzione, la revisione dell’istruzione professionale e la riforma delle scuole italiane all’estero.

 

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Sembra inoltre, scrive Repubblica,  che la neo ministra sia intenzionata a riprendere in mano la legge 0-6, promossa da Francesca Puglisi, e che è molto attesa dalle maestre d’infanzia ancora nelle Gae, l’unico settore dell’insegnamento precario rimasto fuori dalle assunzioni della Buona scuola.

Per quanto riguarda l’ultima delega – “Valutazione e certificazione delle competenze degli studenti” – dovrebbe essere confermato, forse già entro il 15 gennaio, che i test Invalsi saranno aboliti agli esami della terza media, ma saranno somministrati solo a fini statistici e costituiranno requisito di accesso per l’esame.

I test saranno effettuati prima del termine dell’anno scolastico su tre materie: italiano, matematica e inglese. Il punteggio conseguito entrerà nell’attestazione delle competenze. Le prove scritte e il colloquio rimarranno, scrive sempre Repubblica, sostanzialmente identici, ma saranno collegate al profilo finale. Il presidente della commissione sarà lo stesso dirigente scolastico. L’esito finale dell’esame sarà deliberato dalla commissione con l’attribuzione di una lettera, da A a E, che sostituirà i voti. La media del secondo quadrimestre non avrà più valore ai fini del voto finale.

Per quanto riguarda gli esami di stato, lo svolgimento delle attività di alternanza scuola-lavoro sarà requisito di ammissione all’esame. Tutto questo, se la delega passerà, dovrebbe valere dall’anno 2017-2018.