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Manifesti anonimi anti-Fedeli: ai prof serve la laurea; al ministro terza media, amicizie e bugie

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“Per fare il professore ci vogliono: laurea, abilitazione e concorso. Per fare il ministro dell’Istruzione: terza media, amicizie e molte bugie”.

Come già scritto in un altro nostro articolo, si tratta del testo di un manifesto apparso la mattina del 10 gennaio sui muri di Roma, con sopra una grande foto in primo piano del ministro dell’Istruzione.

Il manifesto è anonimo: non c’è alcuna firma degli autori dell’iniziativa. Ma ha destato un certo stupore. E anche qualche reazione contrariata in “casa” Pd.

Secondo senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola, università e ricerca del Pd, “la macchina del fango contro la ministra Fedeli sembra non arrestarsi, questa volta con manifesti anonimi e abusivi appesi per le strade della capitale. Valeria Fedeli ha maturato una esperienza politico-istituzionale di tutto rispetto. Ha mostrato serietà e capacità”.

Per la democratica, “riguardo alla vicenda della laurea, ha ammesso la leggerezza nell’aver lasciato che comparisse l’espressione “diploma di laurea” sul suo sito. Il Premier Paolo Gentiloni le ha confermato la piena fiducia per il suo incarico al Governo. Si lasci il Ministro lavorare e si giudichi serenamente il suo lavoro al Miur, sul campo dunque, senza cercare la polemica ad ogni costo e perfino usando strumenti mediocri e vigliacchi”, conclude Puglisi.

 

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Anche Titti Di Salvo, vicepresidente del gruppo del Partito Democratico alla Camera, si schiera con Fedeli, la quale parla di “vergognoso anonimato di chi sparge fango e si nasconde senza assumersi alcuna responsabilità lascia il web e va ad imbrattare i muri della Capitale”.

“Chi c’è dietro questo odioso atto? Chi ha interesse a pagare per dei manifesti anonimi? Le affissioni sono state richieste al Comune o sono abusive? – si chiede la vicepresidente dem- Mi auguro che anche il Comune di Roma voglia fare chiarezza e non assecondare atti di anonima diffamazione”.

“Ora è il momento di esprimere piena solidarietà alla ministra Fedeli che in pochi giorni ha già saputo chiudere un accordo positivo con il mondo della scuola, a riprova delle sue competenze e della sua esperienza. Fedeli – conclude Di Salvo – dimostra che, al di là delle becere polemiche, contano i fatti”.

Non è nostro compito entrare nel merito delle situazione, ma è ovvio che chi si cela dietro l’anonimato difficilmente può condurre delle ragioni valide. E il Comune di Roma farebbe bene a confermare che si tratta di un’iniziativa privata e non autorizzata.