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L’incompetenza dei ministri Miur

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Il compito primario del governo, organo esecutivo dello Stato, è l’attuazione della legge, monitorandone l’applicazione.

I fallimenti dei provvedimenti legislativi degli ultimi quarant’anni avrebbero dovuto orientare l’azione dei ministri Miur: la relativa analisi avrebbe mostrato l’origine della crisi dell’istituzione, compendiabile in termini metodologici [Top-down  VS  Bottom-up].

Le forze in campo sono due: la cultura sistemica e la progettualità animano la prima mentre, la seconda pone la conoscenza disciplinare a fondamento del suo procedere. Sul primo versante si collocano le innovazioni introdotte dal legislatore; l’apparato amministrativo, che le sterilizza, si colloca sul secondo.  
Un esempio: nel 2003 il legislatore ha delegato il governo “per la definizione delle norme generali sull’istruzione” e ha stabilito che la finalità del sistema educativo si conquista “attraverso conoscenze e abilità”.
Nel marzo del 2010 il ministero ha elaborato i regolamenti di riordino in cui la finalità del sistema educativo è scandita sotto forma di competenze generali [risultati di apprendimento comuni a tutti gli insegnamenti]. Della relativa conquista è responsabile il sistema “scuola”.

Nel maggio 2010 sono pubblicate le indicazioni nazionali in cui sono elencati “gli obiettivi specifici d’apprendimento per definire le conoscenze fondamentali che lo studente dovrebbe possedere al termine del proprio percorso” scolastico. “Le Indicazioni rappresentano un riferimento per l’insegnante”.

La relazione competenze generali/competenze specifiche è stata rescissa.