Home Attualità Animali al circo, dopo le scuole anche i giudici dicono no

Animali al circo, dopo le scuole anche i giudici dicono no

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Non è lecito obbligare gli animali a vivere in cattività presso un circo, al fine di esibirsi negli spettacoli. Dopo il dissenso di alcune scuole piemontesi, che hanno rifiutato i biglietti gratis offerti da un’organizzazione circense, arriva la sentenza del Tar della Toscana che ha rigettato il ricorso del circo Medrano gestito da Leonida srl contro una delibera del Comune di Lucca che blocca lo svolgimento di spettacoli viaggianti o circensi che utilizzino animali.

La prima volta

La notizia è stata resa nota dall’Associazione animalisti italiani onlus, secondo cui è la prima volta che in Italia un tribunale rigetta il ricorso di un circo per impugnare “atti assunti dalle amministrazioni comunali sul divieto di attendamento di circhi con animali”.

Il Tar ha dichiarato inammissibile il ricorso. Il circo era pronto ad iniziare le sue attività oggi 22 marzo, fino al 2 aprile, in piazzale don Baroni a Lucca. Invece, con la sua decisione il Tar conferma la delibera di giunta del 21 febbraio 2017 con cui il Comune di Lucca stabiliva una moratoria per bloccare lo svolgimento su piazzale Don Baroni di attività relative a spettacoli viaggianti o di circo che utilizzino animali. Inoltre la società Leonida srl è stata condannata al pagamento di 2.000 euro per le spese legali.

“Genitori e scuole spieghino”

Per la delegata per la regione Toscana dell’associazione Animalisti Italiani, Claudia Corsini, “oggi per tutti noi è una giornata memorabile: mai in Italia si era riusciti a far rispettare una delibera comunale in cui era previsto il divieto di attendamento da parte di circhi che utilizzano animali al loro interno. Sempre più persone sanno che gli animali sono essere senzienti, in grado di amare e di soffrire, proprio come noi. Ci sono poi importanti studi psicologici che dimostrano come il circo comprometta la crescita dei bambini poiché abitua alla sopraffazione. È fondamentale che i genitori e le scuole spieghino cosa c’è dietro questo falso divertimento”.