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A Pioltello è giusto fermare le lezioni il 10 aprile ultimo giorno del Ramadan, il parroco spiega perché (scelta che unisce) e invita Valditara

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“Abbiamo una diversità infinita, c’è mondo davanti a noi. Quindi mettersi a fare muro contro muro vorrebbe dire costruire troppi muri, meglio costruire ponti”. È la metafora utilizzata da uno dei tre parroci delle parrocchie di Pioltello che nei giorni passati hanno preso posizione a favore della decisione del Consiglio d’Istituto della scuola Iqbal Masih di sospendere le lezioni nella giornata del 10 aprile poiché ultimo giorno del Ramadam, considerando che almeno un terzo degli iscritti in quell’istituto sono di fede musulmana. A parlare è don Andrea Andreis, parroco di Seggiano, dove ha sede l’istituto Comprensivo: contattato dell’Adnkronos, il parroco ha auspicato di stare “sereni” e di aprire “il cuore agli altri, che non tolgono nulla alla nostra fede e alle nostre feste”.

Il parroco ha ricordato che in quella località “c’è una relazione quotidiana con il mondo islamico”, ma ci sono anche con le comunità ortodosse ed evangeliche.

Allargando i servizi (non però “i percorsi religiosi, perché nessuno vuole convertire nessuno“, tiene a precisare) alle persone di ogni nazionalità e fede, don Andrea realizza un percorso di inclusione e integrazione. Lo stesso che si intravede da qualche tempo anche negli istituti scolastici.

Nel ribadire che sullo stop alle lezioni del prossimo 10 aprile, ultimo giorno del Ramadan, non vede nulla di male, anzi, il parroco ha aggiunto che “si cerca sempre ciò che unisce, che fa comunione, per creare un tessuto sul territorio. Questo è il lavoro che dobbiamo fare tutti noi che siamo persone pensanti e che vogliamo bene al quartiere di Seggiano”.

Secondo don Andrea, il punto di partenza è l’insegnamento dell’italiano, “che è la base dell’integrazione”. Da questo punto di vista, quindi, la sua posizione non è molto lontana da quella del ministro Giuseppe Valditara, che auspica l’avvio di classi di potenziamento (di italiano e matematica) rivolte ad alunni che non sanno o non comprendono la lingua italiana.

Per questo motivo, ha ricordato, l’oratorio di Seggiano ospita diversi corsi di lingua per adulti stranieri e “bambini segnalati dalla scuola”. Le mattine di martedì e giovedì sono invece riservate alle mamme.

Un progetto caro al parroco, che rivolge un invito al ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara: “Valditara può dire quello che vuole, ma venga un giorno a fare un giro qui e capirà che siamo proprio agli inizi, il problema qui è avviare alla lingua italiana i bambini e soprattutto le mamme, che si devono far tradurre tutto dai figli iscritti all’asilo.

Anche le maestre a scuola fanno fatica, eppure ci sono e rimangono qui”: il parroco, quindi, non nasconde di essere rimasto “basito” da “tutte le strumentalizzazioni” che si sono fatte negli ultimi giorni sulla chiusura per fine Ramadan.

L’evento di Pasqua, ha aggiunto, “potrebbe essere uno sprone per farci riflettere: cosa contraddistingue la nostra fede? Siamo sicuri che la dimensione della fede sia solo un campo di battaglia? La cosa fondamentale è conoscersi, instaurare relazioni”.

Secondo don Andrea Andreis basterebbe iniziare “da una cosa semplice: salutare per strada. Qui a Seggiano incontriamo il mondo, possiamo fare tutte le crociate che vogliamo ma se non salutiamo chi incontriamo per strada, non si sa in difesa di cosa siano. La prima dimensione è costruire relazioni di fraternità, di alleanza e di condivisione, pur con tutte le fatiche che ci sono. Ce lo dice la Pasqua, se la vogliamo ascoltare. Altrimenti si rimane delle proprie idee”.