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A settembre lezioni al teatro: ecco un esempio per il ritorno a scuola

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Spazi alternativi per svolgere le attività didattiche a settembre?  Firenze ha trovato il teatro Pergola. Ed è la stessa Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che lo ha visitato nel corso della sua visita presso la città toscana.

Sulla propria pagina Facebook la Ministra parla proprio del caso del teatro Pergola di Firenze come luogo alternativo per svolgere le lezioni.

Il Teatro della Pergola di Firenze ha deciso di ospitare da settembre attività didattiche. Studenti e studentesse faranno lezione all’interno dei suoi meravigliosi spazi storici. In questo modo il teatro aiuterà la comunità scolastica a mantenere il distanziamento richiesto, creando allo stesso tempo una grande opportunità di formazione culturale e di arricchimento per i ragazzi“.

La Ministra ha voluto visitare questa mattina il Teatro per “ringraziare personalmente quanti hanno lavorato a questa idea. Il direttore generale del Teatro della Toscana Marco Giorgetti, il Comune di Firenze, i soci della Fondazione CR Firenze, il Comune di Pontedera presso il cui Teatro Era sarà svolta la stessa attività didattica. E l’attrice Monica Guerritore, impegnata nel progetto“.

Per Azzolina, si è “costruito un modello di sana contaminazione tra scuola e cultura, che può fare da apripista per essere replicato in tante altre realtà del Paese in vista di settembre“.

 

Lezioni a settembre nei teatri o altri spazi alternativi: controindicazioni?

Abbiamo scritto pochi giorni a proposito del tema, dei toni positivi di Luigi Gallo e anche del partito democratico.

In quell’occasione abbiamo evidenziato come appunto, il progetto delle lezioni fuori dalle scuole in qualche modo venga affidato ai Comuni: infatti, il Governo, e il Ministero dell’Istruzione in particolare, stanno facendo la loro parte stanziando i fondi necessari e fornendo un quadro istituzionale preciso (convenzioni, accordi, ecc..), ma toccherà poi ai Comuni attivarsi e realizzare progetti significativi; e se le cose non funzioneranno la responsabilità non potrà certamente essere addebitata al Governo.

E’ chiaro che resta aperto anche il dilemma, facendo scuola fuori dalla scuola: chi è responsabile? Se lo chiede anche lo Snals: “Ma chi è responsabile per la sicurezza e l’igiene di questi posti? Chi conduce gli studenti fuori dalle scuole? Se non sappiamo come organizzare le attività all’interno delle istituzioni scolastiche come si fa a organizzarle fuori?

Se l’impianto elettrico, ad esempio, della nuova struttura in cui fare lezioni non è a norma, di chi è la responsabilità?