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Alunni con dubbi sulla propria identità di genere, i docenti saranno obbligati ad informare i genitori: la guida britannica

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Nel Regno Unito verrà presentata presto una vera e propria “guida di genere”, voluta dal ministro britannico per le Pari Opportunità Kemi Badenoch, che conterrà delle indicazioni per i docenti che dovessero avere a che fare con studenti alle prese con dubbi relativi alla propria identità di genere. Questo quanto riporta Tgcom24, sulla base di quanto spiega il giornale britannico The Guardian.

In particolare, in uno dei punti della guida, che dovrebbe essere pubblicata la prossima settimana, viene specificato che gli insegnanti saranno costretti a riferire ai genitori se il bambino sta mettendo in dubbio la propria identità di genere, anche contro la sua volontà. Badenoch ha dichiarato che il piano “servirà alle scuole per sapere come gestire i bambini che stanno vivendo un disagio di genere”. 

“I genitori devono essere consapevoli di ciò che accade ai figli”

I presidi dovranno informare la famiglia se un alunno vuole essere chiamato con un altro nome, indossare un’uniforme diversa o utilizzare un nuovo pronome. Nel caso uno studente voglia auto-identificarsi con un genere diverso, la guida del ministro consiglia al personale scolastico di accompagnarlo in un periodo di riflessione. In occasione dell’intervento televisivo, il ministro ha aggiunto: “È importante che i genitori siano consapevoli di ciò che sta accadendo ai loro figli e di ciò che sta accadendo loro a scuola, quindi quello che stiamo facendo è assicurarci di avere una guida robusta che sarà in grado di resistere al controllo”.

L’introduzione della norma sulla transizione di genere nel contratto scuola

Come abbiamo spiegato, proprio nel testo della parte normativa del contratto scuola 2019/2021 rinnovato lo scorso venerdì 14 luglio si parla di lavoratori della scuola transgender. Ecco cosa cambia per loro: con l’introduzione della norma della transizione di genere, il lavoratore transgender ha diritto all’identità alias per il cartellino di riconoscimento, le credenziali per la posta elettronica, la targhetta sulla porta d’ufficio, eventuali tabelle di turno orari esposte negli spazi comuni, nonché divise di lavoro corrispondenti al genere di elezione della persona e la possibilità di utilizzare spogliatoio e servizi igienici neutri rispetto al genere, se presenti, o corrispondenti all’identità di genere del lavoratore.

Tale alias non potrà però essere utilizzato per la busta paga o per i procedimenti disciplinari, ma nemmeno per la sottoscrizione di tutti gli atti e provvedimenti rivolti al lavoratore.