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Arriva “Bad Teacher”, una prof tutt’altro che modello

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Ma perché la scuola ispira quasi sempre i registi come contesto ideale per raccontare storie poco edificanti? Forse perché più di tutti gli altri incarna il luogo del rispetto delle norme. Ecco che allora diventa il “teatro” migliore per far recitare anche Cameron Diaz nei panni di una maestra “cattiva” e detestabile, ma che tutti gli studenti sognerebbero di avere per il suo aspetto sexy e provocante. Il film, che giungerà nelle sale italiane il 31 agosto, si chiama “Bad Teacher – Una cattiva maestra”: è una commedia distribuita da Warner Bros e diretta da Jake Kasdan e vede la protagonista tornare a interpretare un ruolo di donna un po’ sopra le righe come ai tempi di “Tutti pazzi per Mary”, scandalosa e sovversiva ma allo stesso tempo brillante.
La donna è un’insegnante poco adatta alla scuola. Giunge in classe sempre con vesti corti, scollati e tacchi a spillo, si mette a dormire sulla cattedra durante la lezione e al posto dei libri agli alunni fa vedere solo film, nasconde nei cassetti alcol e droghe, ruba i fondi raccolti dalla scuola a scopi benefici e ha un solo obiettivo in mente: trovare un modo per non insegnare più, un lavoro che detesta ed è costretta a fare perché l’ex fidanzato ricco l’ha lasciata poco prima delle nozze. Il suo bersaglio sarà un interessante supplente ricco e bello (Justin Timberlake) su cui ha però messo gli occhi anche la collega Amy (Lucy Punch). 
Non ci sono ruoli così, soprattutto per le donne. Questa sceneggiatura invece è talmente oltraggiosa, brillante e divertente che appena l’ho letta ho deciso che dovevo essere io a interpretarla – ha detto Cameron Diaz – Elizabeth vuole avere i soldi per farsi le tette nuove, è alla ricerca di un uomo ricco abbastanza da mantenerla ed è convinta che solo se riuscirà ad arrivare a una quarta ci riuscirà“. Insomma, una donna che sembra proprio incarnare il modello opposto che, a casa come a scuola, gli adulti vorrebbero accostare a figli e studenti. Un modello che, fortunatamente, è ancora molto distante dai comportamenti della grandissima parte dei docenti italiani.