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Bianchi: il docente senza Green pass va sospeso, tanti studenti si stanno vaccinando, più bus per portarli a scuola

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Niente sconti: i docenti e il personale Ata che da settembre si presenteranno a scuola senza il Green pass, dal quinto giorno verranno sospesi. Come prevede, del resto, il Decreto Legge 111/2021. La conferma è arrivata nella serata di domenica 22 agosto, quando il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha parlato del ritorno in classe nel corso di un intervento al Meeting di Rimini di Cl.

“Abbiamo un set di regole chiare”

Secondo il numero uno del dicastero dell’Istruzione, “abbiamo un set di regole chiare, che abbiamo ovviamente dato seguendo le indicazioni del Cts. Indicazioni che dicono in maniera molto evidente che tutti coloro che hanno un Green pass sono dentro la scuola, nel senso che saranno presenti all’inizio della scuola a settembre, invece coloro che non hanno un Green pass, come dice la norma attuale, ovviamente saranno sospesi“. E anche multati, fino a mille euro.

Bianchi ha definito la presentazione del certificato verde alla propria scuola “è una misura di tutela, è la dimostrazione palese che io penso non solo a me, ma anche ai miei, ai ragazzi, ai figli di tutti noi”.

“Il Green pass è una misura europea”

Inoltre, ha continuato Bianchi, il documento chiesto per entrare nelle scuole non sarebbe un'”invenzione” tutta italiana,

“il Green pass – ha spiegato il Ministro – è una misura europea che ancora una volta testimonia come la persona, io, mi faccio carico di tutte le altre persone che ho a carico”.

La decisione dell’obbligo tra i personale è stata voluta dal Governo “per un ritorno” a scuola “in presenza. Noi siamo convintissimi di questo, abbiamo lavorato su questo già da primavera, abbiamo portato in presenza tutti i bambini e i ragazzi, abbiamo fatto tutti gli esami di maturità e abbiamo tenuto aperto le scuole anche in estate. In questo momento – ha ricordato – stiamo investendo una quantità di risorse, oltre due miliardi, come mai si è visto”.

Fiducia nei giovani: si vaccineranno

Perché allora, se il vaccino è fondamentale, il Green pass non riguarderà i giovani sopra i 12 anni?

Bianchi ha detto che “abbiamo avuto fiducia nei nostri ragazzi e ce lo dimostra la risposta straordinaria che i ragazzi stanno dando: fra i 16 e i 19 anni siamo già a un grande livello, sopra il 60%” di vaccinazione e, “sotto li stiamo vaccinando tutti: qui il commissario Figliuolo sta facendo un grande lavoro”.

Inoltre, “stiamo facendo un monitoraggio sistematico: abbiamo dato più di 100 milioni al commissario per questo, tra i 6 e i 14 anni in modo che la fascia più critica, quella 12-14, sia quella più coperta di tutti. Abbiamo fatto un investimento in fiducia e responsabilità”.

Mascherina sempre in volto

Sull’uso continuo della mascherina in classe, da parte degli studenti sopra i sei anni, Bianchi ha detto che dipenderà “dall’addensamento nelle scuole, ma sicuramente i bambini dovranno tenere la mascherina”.

Patrizio Bianchi ha anche parlato dei trasporti che portano gli studenti delle superiori a scuola: “stiamo lavorando moltissimo con il ministro Giovannini, con le Regioni e tutti gli enti locali che hanno molto intensificato l’offerta”.

Comuni e province potenzieranno i trasporti

E ancora: “Noi abbiamo investito più di 800 milioni per aumentare nell’ora di punta del 20% l’offerta. Su questo non dico che sono tranquillo, ma sono sicuro di come tutti gli enti locali e le province stiano lavorando per garantire il massimo di garanzia”.

A questo scopo, il ministro ha annunciato di stare lavorando per organizzare in tutte le scuole “il Mobility Manager, per aver chiari i percorsi che fanno i ragazzi per raggiungere la scuola che sicuramente è il posto più sicuro”.

Il ministro dell’Istruzione ha quindi fatto cenno al tema degli apprendimenti e delle competenze che fanno registrare differenze notevoli.

Al Sud troppi alunni lasciano prima

“La diseguaglianza Nord-Sud – ha detto – è assolutamente insostenibile. I dati sulla dispersione scolastica ci dicono che nel Sud è due volte quella del Nord e nelle grandi aree metropolitane è di tre volte. Questo non è possibile: non può un Paese ripartire sulla base di una disuguaglianza di questo tipo”.

Bianchi ha quindi detto che “dobbiamo migliorare il rapporto tra le scuole statali, le scuole pubbliche non statali e le scuole di formazione professionali che afferiscono alle regioni che devono essere tutte parti di uno stesso sistema educativo nazionale”.

Per il responsabile del Mi, “bisogna formare persone solide” attraverso la “formazione continua” e dare vita a una “scuola affettuosa, non caramellosa, che abbia la capacità di costruire comunità”.

“È così che si rilancia il Paese. C’è voluta la pandemia per riscoprire il senso di comunità”, ha concluso Bianchi.

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