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Bibbia e latino in classe, dirigenti d’accordo, più cauti gli insegnanti – RISULTATI SONDAGGIO

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Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha anticipato novità per le Indicazioni Nazionali: focus su grandi classici, storia occidentale, ritorno del latino e lettura della Bibbia per rafforzare le radici culturali italiane. Alla primaria, già dalla seconda, si leggeranno classici per l’infanzia, poesie e filastrocche, stimolando memoria e piacere per la lettura. La storia sarà narrata come un viaggio dalle radici bibliche all’epica classica, includendo saghe nordiche e germaniche. Torna la musica con approcci creativi. Alle medie, il latino sarà facoltativo con un’ora settimanale, per sviluppare logica e traduzione, e la storia si concentrerà sull’Occidente, abbandonando l’approccio geostorico.

Un recente sondaggio della Tecnica della Scuola ha messo in luce opinioni diverse tra dirigenti, docenti, genitori, studenti e altre figure scolastiche riguardo proprio questi temi chiave.

Dai dati si evidenzia una discrepanza significativa tra le varie categorie scolastiche. Mentre i dirigenti sembrano più inclini a sostenere i cambiamenti proposti, i docenti e i genitori rimangono più cauti, soprattutto sul tema biblico. Gli studenti, seppur meno decisivi, riflettono una certa resistenza al cambiamento.

All’indagine hanno partecipato 1.380 lettori, per il 67.9% docenti, seguiti da genitori, dirigenti, studenti e “altro” provenienti dal Nord Italia.

I dati del sondaggio

Per quanto riguarda la narrazione della Bibbia, i dirigenti si sono dimostrati divisi: il 48,84% favorevole, il 44,19% contrario e il 6,98% indeciso. Tra i docenti prevale il dissenso, con il 56,02% contrario rispetto al 40,65% favorevole. Anche i genitori risultano perlopiù contrari (50,26%), ma con una percentuale di consensi vicina al 47,18%. Gli studenti mostrano un quadro simile, con il 51,52% contrario e il 45,45% favorevole. Interessante la risposta della categoria “Altro”, composta da educatori e personale scolastico, che registra il 53,63% di dissensi e il 40,78% di consensi.

Sul secondo tema, l’introduzione del latino e della geografia con l’abbandono dell’approccio geostorico, i dirigenti risultano i più favorevoli (63,04%), seguiti dai docenti (59,18%) e dai genitori (53,65%). Gli studenti appaiono più titubanti, con il 45,16% di favorevoli e il 38,71% di contrari, mentre il 16,13% si dichiara indeciso. Anche nella categoria “Altro” prevale il consenso (53,07%), con un dissenso pari al 40,22%.

I commenti degli addetti ai lavori

Diversi sono stati i partecipanti al sondaggio che hanno voluto lasciare un proprio commento al riguardo. C’è chi è contro, affermando: “Ogni proposta necessita di rispondere alla domanda: come e in che misura si vuole proporre? A fianco di cos’altro? Musica alla primaria, chi la fa? Un musicista? Un musicologo? È necessaria una preparazione adeguata per educare alla musica per quella fascia di età”; e ancora: “Anacronistico e assurdo imporre letture che con ogni evidenza non fanno più parte della cultura odierna. Posso capire Iliade e Odissea (ma alla primaria?!) ma la Bibbia mi sembra fuori luogo e fuori tempo in una scuola statale e in una società sempre più laica”.

Altri, invece, sembrano favorevoli ad accogliere le nuove proposte del ministro: “Per me lo studio del latino dovrebbe essere obbligatorio, non solo facoltativo. Sono inoltre molto favorevole all’abolizione della geostoria e al ritorno alle due discipline distinte. Gli studenti negli ultimi anni ignorano minime nozioni di geografia, fondamentali per vivere ed orientarsi”; “È una proposta coraggiosa e, finalmente, non demagogica”, conclude qualcun altro.

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Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 16 al 20 gennaio 2025. Hanno partecipato 1.380 lettori. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.