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Caldo, ventilatori, mascherine sì, mascherine no: l’altro lato degli esami di Stato 2022

Per Antonio O., da quasi 40 anni collaboratore scolastico, questi giorni sono dedicati al rituale della preparazione delle aule e dei luoghi per l’Esame di Stato. Insieme a tutto lo staff hanno ridistribuito banchi, sedie, cattedre e armadi per accogliere, nell’Istituto Tecnico di Amministrazione, Finanza e Marketing, di Torino dove lui lavora, i circa 200 futuri maturandi. “Quest’anno, dice Antonio, i presidenti di commissione ci hanno chiesto prima di tutto i ventilatori” e infatti in ogni aula ve ne sarà uno.

“Da noi, dice Alessandra V. docente di Lettere in un liceo classico in provincia di Roma, siamo abituati al caldo, e cerchiamo sempre di lavorare in aule meno esposte al sole di mattina, quando ragazzi e ragazze saranno alle prese con le due prove scritte. E poi, aggiunge, le borracce che i nostri studenti usano da tempo al posto delle bottigliette di plastica, non basteranno per le tante ore. Quindi abbiamo già predisposto che le macchinette distributrici di acqua presenti nella scuola, funzionino a dovere.”.

Patrizia M, docenti di francese in un Liceo Linguistico di Bari, racconta così il prossimo impegno con gli Esami di Stato: “I nostri allievi hanno sempre rispettato le prescrizioni anti Covid, ma ora so che sono tutti molto contenti di non dover indossare obbligatoriamente le mascherine. Questo vale anche per noi docenti. Complice il caldo, sono certa che staremo tutti meglio senza le mascherine”.

Strategie anti caldo

Altre voci dietro le quinte dell’Esame 2022 raccontano ancora che l’imminente svolgimento delle prove i prossimi 22 e 23 giugno, visto il caldo forte di questi giorni, ha spinto candidati, docenti e staff della scuola a guardare con ansia le previsioni del tempo.

“Forse pioverà al Nord, dice Roberta G. insegnante di Lettere a Torino, ma i miei studenti stanno già pensando a misure strategiche: borsette frigo, thermos, snack freschi……”.

“L’emozione e l’ansia sono alle stelle, dice Massimo C., docente di matematica in un istituto tecnico abruzzese, ma devo dire che ad oggi la preoccupazione più sentita è il caldo. Per fortuna nella nostra scuola le aule disposte a Nord, quelle più fresche, sono per tradizione quelle che destiniamo all’Esame di Stato. E naturalmente abbiamo chiesto un ventilatore per commissione.”

“I compensi per i commissari interni sono fermi da 15 anni, commenta Barbara G., docente di storia in un istituto tecnico di Torino, e si spera che almeno per le poche centinaia di euro che riceveremo come commissari interni (da OM 65, 14/03/2022, la commissione è costituita da sei docenti interni ed un presidente esterno) non si debba fare i conti anche con il clima afoso. I ventilatori non bastano, ma speriamo per tutti, studenti in primo luogo, di averli in aula”.

“L’aria condizionata o il rinfrescamento nelle scuole è un sogno, inimmaginabile, commenta Carla F., insegnante di matematica a Milano, ma in alcuni edifici, quelli più antichi, si sopravvive. Ora per tutti noi comincia il conto alla rovescia, speriamo infatti di finire entro tre settimane al massimo. Personalmente ho sempre con me una bottiglia termica, che non mancherà nei giorni di lavoro per l’esame”.

Carmelina Maurizio

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