Home Attualità Carnevale, compiti per le vacanze: gli alunni devono staccare? Si può vietare...

Carnevale, compiti per le vacanze: gli alunni devono staccare? Si può vietare ai docenti di assegnarli? Dibattito a Trento

CONDIVIDI

Con l’avvicinarsi di ogni festività all’interno del calendario ritorna puntuale il dibattito sui compiti assegnati agli studenti per le vacanze. Stavolta, nei giorni che precedono il martedì grasso, in pieno periodo di Carnevale, fanno discutere le parole della vicepresidente del Trentino Francesca Gerosa.

Quest’ultima, come riporta Il Corriere della Sera qualche giorno fa, davanti alla Consulta provinciale degli studenti, ha annunciato la firma di una doppia circolare per “evidenziare — ha spiegato Gerosa — che le ragazze e i ragazzi hanno il diritto di staccare durante i periodi di vacanza”. E dunque, di conseguenza, per “sensibilizzare a non dare compiti a casa durante le vacanze di Carnevale”.

La richiesta dei figli della vicepresidente

A quanto pare a chiederlo alla vicepresidente erano stati i suoi figli. “Mamma, puoi togliere i compiti a casa?”, era stata la richiesta dei figli alla neo-assessora all’istruzione. Alla base dell’iniziativa contenuta nella circolare promossa dall’assessora, il “diritto alla disconnessione”. “Credo — ha sottolineato Gerosa — che i ragazzi debbano imparare a gestirsi l’agenda in modo da potersi dedicare nei tempi adeguati allo studio ma anche al tempo libero e alla socialità, è importante che i ragazzi possano disconnettersi anche dalla scuola e dai compiti e degli incarichi che vengono loro dati. Questo può creare anche un ambiente più sereno e permette ai nostri ragazzi di vivere con meno ansia le aspettative che ci sono nei loro confronti. E può educare all’organizzazione del tempo che, in una società complessa come quella che viviamo oggi, può risultare una carta vincente”, questo il suo pensiero.

E ai ragazzi ha spiegato: “Siete costantemente collegati, anche solo psicologicamente, al mondo della scuola. Il registro elettronico e gli altri strumenti informatici di supporto sono importanti, ma credo vadano resi meno pervasivi rispetto alla vostra vita, affinché possiate strutturare autonomamente il lavoro in agenda e ognuno sviluppi le proprie capacità organizzative. Affinché possiate dedicarvi agli amici e alle amiche, ai vostri hobby, allo sport e, perché no, anche all’ozio. Così potrete vivere gli anni più belli della vita con la necessaria serenità”.

Dai ragazzi, ha osservato al termine della mattinata, Gerosa dice di aver ricevuto commenti positivi: “Ho avuto un ottimo riscontro. Del resto, il forte senso di responsabilità che vivono rischia di trasformarsi in ansia. E il nostro compito è quello di costruire un clima sereno a scuola, dove vivono gran parte delle giornate”.

E, sul possibile ritorno agli esami di riparazione in Trentino: “Troveremo una soluzione alternativa e lo voglio fare con l’aiuto degli stessi studenti, perché il sistema dei debiti è a mio avviso inefficace e il vecchio sistema comportava un aggravio sia economico che di tempo per le famiglie”.

L’opposizione: così si mina l’autonomia dei docenti

Si è così acceso il dibattito con un botta e risposta pepato tra la consigliera Lucia Maestri (Pd), che lancia una stilettata all’assessora di Fratelli d’Italia, e la vicepresidente che chiede le scuse. “Impone ai docenti il divieto di dare i compiti ai ragazzi. Forse il tutto è dettato da inconfessabili nostalgie dei bei tempi — ha scritto Maestri — quando il ‘partito’ stabiliva cosa e come dovesse essere insegnato nelle scuole del regno, ‘libro e moschetto‘, oppure da un’esagerata coltivazione del consenso”.

Immediata la replica: “Prima di fare dichiarazioni così forti e gravi, per le quali ci devono essere delle scuse ufficiali da parte della consigliera Maestri e del Pd, bisogna leggere le due note inviate. Non hanno alcuna caratteristica imperativa, ma uno spirito collaborativo nell’interesse dei ragazzi”.

Poi ha fatto chiarezza: “La circolare si riferisce a Carnevale, in estate è diverso. Non si può pensare di lasciare i ragazzi tre mesi senza fare niente, perché si perde l’allenamento. Vanno dati compiti sostenibili. Poi aggiunge: «Credo fermamente nel diritto di disconnessione e mi chiedo quando i ragazzi hanno diritto di staccare da quello che è il loro lavoro per avere un momento di spensieratezza, non mi sembra illogico. La mia è una richiesta di collaborazione, penso che non offenda nessuno, mi rivolgo al mondo degli insegnanti che sono i primi ad avere a cuore i loro studenti”.

Giovanni Ceschi, presidente del Consiglio del Sistema educativo provinciale si dice sconcertato: “I professionisti della scuola sanno  che il fine delle vacanze è in prima battuta quello di allentare il ritmo della routine scolastica. La gestione dei compiti però deve essere lasciata alla sensibilità dei docenti, che devono sentirsi liberi. Accogliamo il consiglio dell’assessora ma lo consideriamo, appunto, un consiglio. Non può accadere che venga prescritto a un professionista di fare o non fare qualcosa, vale un certo principio di autonomia degli insegnanti. Oltretutto ci sono anche materie dove è importante avere continuità, e ciò significa fare un esercizio. Vale nello sport e non si vede perché lo studio dovrebbe essere diverso visto che si tratta pur sempre di un allenamento”.