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Caro affitti, anche il Papa interviene: “Il mercato libero, senza correttivi, diventa selvaggio”

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Papa Francesco e la premier Giorgia Meloni hanno partecipato alla seconda giornata degli Stati generali della Natalità, all’Auditorium della Conciliazione, a Roma.

“In questo contesto di incertezza e fragilità, le giovani generazioni sperimentano più di tutti una sensazione di precarietà, per cui il domani sembra una montagna impossibile da scalare” ha affermato alla platea il pontefice che ha sottolineato come tanti giovani non si sposano e non fanno figli. I motivi sono molteplici, ma il Papa esorta a non farsi sopraffare dall’infelicità e dal pessimismo ma anzi di lottare per ricercare la felicità proprio nei momenti più aridi.

Caro affitti, il pontefice: “mercato libero selvaggio”

Papa Francesco ha toccato anche l’argomento del caro affitti, agli onori della cronaca negli ultimi giorni:

“Difficoltà a trovare un lavoro stabile, difficoltà a mantenerlo, case dal costo proibitivo, affitti alle stelle e salari insufficienti sono problemi reali. Sono problemi che interpellano la politica, perché è sotto gli occhi di tutti che il mercato libero, senza gli indispensabili correttivi, diventa selvaggio e produce situazioni e disuguaglianze sempre più gravi”. 

Infine, un cenno sulle donne: “ci sono condizionamenti quasi insormontabili per le donne. Le più danneggiate sono proprio loro, giovani donne spesso costrette al bivio tra carriera e maternità, oppure schiacciate dal peso della cura per le proprie famiglie, soprattutto in presenza di anziani fragili e persone non autonome”. 

Meloni: “libertà per le donne”

“Se le donne non avranno la possibilità di realizzare il desiderio di maternità senza rinunciare a quello professionale, non è che non avranno pari opportunità, non avranno libertà” ha affermato la premier Giorgia Meloni. “Vogliamo uno Stato che accompagni e non diriga, vogliamo credere nelle persone, scommettere sugli italiani, sui giovani, sulla loro fame di futuro”. 

IL SONDAGGIO DELLA TECNICA DELLA SCUOLA SUL CARO AFFITTI PER DOCENTI

L’avviso del Mur

Nel frattempo, fa sapere il Mur, è partita oggi la procedura per la mappatura degli immobili liberi che potranno essere destinati ad alloggi o residenze universitarie per raggiungere il target di 52.500 posti letto nell’ambito dell’attuazione della Riforma 1.7 della Missione 4, Componente 1 del Pnrr.

Sul sito del Ministero dell’Università e della Ricerca è stato, infatti, pubblicato l’avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse per la messa a disposizione, su tutto il territorio nazionale, di immobili da convertire a studentati.

Potranno presentare domanda, entro il giorno 11 luglio 2023, sia soggetti pubblici che privati. Una apposita commissione istituita dal MUR valuterà l’idoneità delle strutture.

Di seguito il link all’avviso: https://www.mur.gov.it/it/atti-e-normativa/decreto-direttoriale-n-469-del-12-05-2023.

Le reazioni di Fratoianni e Caso sul caro affitti

“Anche su un tema centrale come quello della casa, invece che investire sul futuro il governo si appresta a fare gli interessi delle società immobiliari, regalandole un mare di quattrini del Pnrr.  Infatti, le modalità di spesa dei 660 milioni previsto dal PNRR per gli studentati e controfirmate da Ministra Bernini con il decreto sono semplicemente vergognose”. 

Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra.

“È giusto che si sappia che in concreto – prosegue il leader di SI – i 660 milioni di euro sbandierati in queste ore verranno utilizzati per individuare posti letto in strutture private nelle città e verranno poi messi a disposizione degli studenti.  Lo Stato prevede una riduzione del 15% del canone di locazione (una bazzecola), ma garantisce ai privati  che gli introiti dei canoni siano esentasse. Così come garantisce che questi posti letto siano a disposizione per 9 anni. Assicurano quindi a un gruppo di privati, un mercato certo e sicuro per almeno 9 anni, dopo i 3 anni garantiti dai 660 milioni del Pnrr”. 

“Quel che ha fatto la ministra Bernini non è diverso da ciò che aveva previsto il Governo Draghi e che contestammo. Ricordo che all’atto dell’approvazione del Dl 144/2022 “Misure urgenti in materia di politica energetica nazionale, produttività delle imprese, politiche sociali e per la realizzazione del Pnrr”, presentammo un emendamento per chiedere che i fondi che oggi regalano ai privati, fossero assegnati alle Università pubbliche per ristrutturare immobili dismessi e farne degli studentati pubblici. Naturalmente fu bocciato da questa maggioranza di destra”.

“L’utilizzo proposta da Verdi e Sinistra delle risorse sarebbe stato più coerente con la finalità del Pnrr che finanzia investimenti che restino nel futuro. E infatti il governo italiano stato rallentato perché l’Unione Europea contestava che potesse trattarsi di aiuti di Stato”. 

“In sostanza, di fronte alle storture del mercato immobiliare, lo Stato non interviene a calmierare – conclude Fratoianni – e non utilizza le ingenti risorse del Pnrr per fare nuova edilizia pubblica o per consentire alle università pubbliche di recuperare le strutture pubbliche esistenti; semplicemente, lo Stato cristallizza quel che c’è e paga l’affitto ai privati”.

“Le parole del consigliere del Ministro Sangiuliano, Francesco Giubilei, che ha definito “campeggio” la protesta degli universitari contro il caro-affitti, non hanno giustificazioni. Tanto più se espresse da uno che in passato affermava candidamente di potersi permettere gli studi grazie a mamma e papà. Dagli uomini vicini al Ministro della Cultura ci si aspetterebbe una maggiore capacità di affrontare i problemi del Paese, provando almeno a capirli, piuttosto che fare dichiarazioni fuori luogo e sferzanti verso chi porta avanti una legittima protesta. Il prezzo degli affitti, schizzato in molte città ad oltre 500 euro per una camera, è diventato proibitivo per migliaia di studenti che rischiano di vedere negato il diritto allo studio. Chiediamo pertanto al Ministro Sangiuliano di spiegare se condivide anche lui quelle parole o vanno derubricate come le dichiarazioni di un giovanotto un po’ snob ancora incapace di comprendere quando è il caso di tacere”. Così il deputato M5S in commissione cultura alla Camera Antonio Caso.