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Carriera alias nelle scuole: cresce il numero di regioni che l’hanno adottata, indietro la Sicilia

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April 05, 2025

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La carriera alias, un accordo di riservatezza che consente agli studenti e alle studentesse transgender di utilizzare il nome di elezione nei documenti scolastici, si sta diffondendo sempre più nelle scuole italiane. Nonostante l’assenza di linee guida ministeriali, il numero degli istituti che hanno adottato questa procedura è in crescita: sono 415 in Italia, ma in alcune regioni, come la Sicilia, l’adesione è ancora limitata, con solo il 8% delle scuole superiori che offrono questa possibilità.

La carriera alias è uno strumento che consente di affrontare e prevenire il disagio legato alla non conformità tra il nome anagrafico e l’identità percepita, riducendo il rischio di esclusione e bullismo. Per alcuni dirigenti scolastici, come spiegato da una preside, è un dovere ascoltare il disagio degli studenti e tutelarli. Tuttavia, non mancano le difficoltà. Organizzazioni contrarie al riconoscimento delle identità alias, come Pro Vita, inviano regolarmente diffide alle scuole, ma i dirigenti che hanno attivato la procedura restano fermi nella loro decisione, ribadendo l’importanza di proteggere il diritto all’adolescenza e al rispetto.

Come riporta Repubblica, secondo GenderLens, oltre il 40% dei ragazzi transgender tra i 12 e i 18 anni abbandona la scuola prematuramente. Tra le cause principali, l’imbarazzo legato all’utilizzo del nome anagrafico, che spesso non rispecchia la loro identità, e gli episodi di bullismo. Questo strumento, anche se non ha valore giuridico ufficiale, rappresenta un antidoto contro l’isolamento, il disorientamento e il rischio di abbandono scolastico.

Non solo gli studenti, ma anche il personale scolastico beneficia della carriera alias. Recentemente, il contratto nazionale del lavoro ha riconosciuto questa possibilità anche per docenti e personale amministrativo, un passo importante verso l’inclusione. Tuttavia, le resistenze culturali e la retorica che demonizza queste iniziative complicano il dialogo con alcune scuole, rendendo ancora più difficile l’accesso a un ambiente scolastico inclusivo per tutti.