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Cobas: il Fermi Giorgi di Lucca boccia la sperimentazione quadriennale agli istituti tecnici e professionali

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Nei giorni precedenti le feste di Natale si è chiuso un “autunno caldo” che ha visto gli insegnanti di diverse scuole di Lucca assumere posizioni molto significative contro le iniziative più impattanti sulla scuola pubblica intraprese dal Governo. Il Collegio Docenti del 21 dicembre del Polo Fermi-Giorgi ha infatti bocciato sonoramente la proposta di sperimentazione quadriennale agli Istituti Tecnici e Professionali con una delibera che ha visto una maggioranza schiacciante di voti contrari. Questa bocciatura, che si aggiunge a quelle di diverse altre scuole liguri, emiliane e toscane come il Galilei di Livorno, assume particolare importanza visto che è arrivata nel polo scolastico che con oltre 2500 alunni iscritti è il più grande della Toscana, oltre ad avere una lunga tradizione nella formazione tecnica e professionale e un corpo docente altamente qualificato in questi ambiti, e viene rafforzata dalla netta presa di posizione di tutti i dipartimenti che già in precedenza si erano espressi allo stesso modo. L’ennesima proposta calata dall’alto che viene rispedita al mittente da docenti che la scuola la vivono tutti i giorni e già da anni osservano da vicino gli effetti devastanti della riforma Gelmini del 2008-10, che a sua volta non fece altro che comprimere il tempo scuola riducendo le ore di lezione settimanali andando a tagliare in particolare le ore delle discipline laboratoriali con il solo fine di risparmiare 8 miliardi di euro in tre anni.

Il Governo, inoltre, vorrebbe estendere il modello introdotto nel 2017 con la Riforma dei Professionali a tutto il sistema dell’istruzione tecnica e professionale senza considerare gli effetti negativi di quella trasformazione e persino gli ultimi risultati degli Ocse Pisa che ne dimostrano il fallimento: complessivamente, negli istituti professionali e nella formazione professionale il 60% di studenti non raggiunge le competenze minime in matematica e in lettura. Il DDL 924 del 2023 istituisce la filiera formativa tecnologico professionale, la quale – già dai termini – nulla ha a che vedere con principi educativi e pedagogici che dovrebbero essere alla base di qualunque percorso di istruzione e non è altro che l’ennesimo tentativo per separare la formazione pensata per il lavoro dall’istruzione tout court, asservendo ancora una volta il sistema scolastico alle aziende. Il DDL prevede anche che gli Istituti Tecnici e Professionali abbiano durata quadriennale con la possibilità di muoversi “orizzontalmente e verticalmente” tra tutte le istituzioni della filiera e con le 1056 ore del quinto anno spalmate nei quattro precedenti, con lezioni che potrebbero essere svolte allungando il calendario scolastico nei mesi estivi oppure prolungando con rientri pomeridiani l’orario settimanale. Queste ore potrebbero essere appaltate agli altri soggetti della rete, con l’utilizzo massiccio degli esperti esterni, e si potrebbero realizzare anche accordi di partenariato con i privati che prevedano la possibilità di assolvere all’obbligo scolastico tramite degli stage in azienda a partire dai 15 anni. Inoltre, per permettere tutto questo gli insegnanti dovrebbero predisporre percorsi flessibili, personalizzati e certificati attraverso le Unità di Apprendimento (UDA). Tradotto: ti iscrivi a un tecnico o a un professionale, puoi frequentare “pacchetti formativi” a scuola o presso gli altri componenti istituiti nella tua Regione, gli insegnanti saranno sommersi dall’inutile burocrazia delle UDA, gli esperti esterni ti faranno lezioni e, una volta compiuti 15 anni, potresti entrare in azienda sottopagato e privato di una cultura generale che, nella vita, aiuta a non essere manipolato.

Ma la votazione del Collegio Docenti del Polo Fermi-Giorgi sulla sperimentazione del percorso quadriennale segue quelle altrettanto significative di altri Istituti scolastici lucchesi. Particolarmente attivo, infatti, è stato negli ultimi mesi il Collegio Docenti dell’Istituto Don Lazzeri-Stagi di Pietrasanta, che nella seduta del 12 dicembre ha approvato a larga maggioranza un documento inviato a Regione, Provincia e Uffici Scolastici Regionale e Provinciale in cui si esprime profonda preoccupazione e forte contrarietà all’accorpamento ad un altro Istituto scolastico della Versilia, in applicazione al piano di ridimensionamento scolastico voluto dal Governo che impone appunto l’accorpamento tra Istituti in modo da garantire una media di 900 alunni/e per Istituto. Sempre il Collegio Docenti del Don Lazzeri-Stagi, seguito da quelli dell’ISI Barga, del Liceo Artistico e Musicale Passaglia e del Chini-Michelangelo, a settembre si era espresso contro l’istituzione delle nuove figure di docente tutor e docente orientatore che anche in questo caso, nelle intenzioni del Ministero, avevano lo scopo di affrontare la dispersione scolastica. Un’altra scelta calata dall’alto e dettata più da scopi propagandistici che dall’intenzione di affrontare seriamente il problema dell’abbandono scolastico, dimenticando gli interventi realmente necessari che da anni chiede il mondo della scuola: liberazione da una burocratizzazione soffocante, ingenti investimenti nelle infrastrutture spesso inadeguate e per un corpo docente stabilizzato e formato (e magari ben pagato) e, soprattutto, eliminazione delle classi pollaio limitando il numero di alunni per classe, in modo da potersi prendere cura di tutti e tutte.

Matteo Masini – Esecutivo provinciale COBAS Scuola Lucca

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