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Con “La guerra degli altri”, Gloriana Orlando racconta, attraverso una pianista, la colta Triste tra Prima guerra e la pace

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Gloriana Orlando, già docente di lettere nei Licei, pubblica per Algra Editore, “La guerra degli altri”, 14 Euro. Un romanzo tra lo storico e l’invenzione, l’introspezione psicologica e la formula diaristica, benché una voce fuori campo vigili attentamente sugli accadimenti e narri attraverso quei personaggi illustri che riempirono la Vienna della “Belle époque” e dunque quel tratto di Europa ancora sotto la sua influenza culturale e politica, negli anni antecedenti lo scoppio della Prima guerra mondiale,  mentre montano le circostanze e le occasioni per il confronto bellico, con le sue catastrofi, e la conquista per l’Italia delle terre irredente, fra cui Trieste. 

Trieste, dove l’intellettualità mitteleuropea trovava i suoi approdi, dove Rilke veniva a cantare sue “Elegie di Duino”, dove Freud riposa i suoi affanni e Nietzsche cercava refrigerio ai suoi malditesta e perfino dove Lou Salomè  si avventurava, senza non essere prima passata del gabinetto di Freud e avere frequentato la nobiltà culturale in giro per quei luoghi e l’Europa delle sperimentazioni artistiche, del teatro totale, della musica dodecafonica, di Max Reinhard, Piscator, del primo cinema 

Un romanzo dunque che si incentra, mentre sullo sfondo appaiano perfino Scipio Slataper, che morirà sul Carso,  o Giani  Stuparich, insignito della medaglia d’oro al valore (italiani nel cuore ma austriaci nell’anagrafe e dunque traditori  per il nemico), sui compromessi dell’esistenza messi a dura prova dalla guerra e dalla sua forza distruttrice.

La particolarità del romanzo della Orlando sta tuttavia, non già sulla vicenda in sé, una ragazza che deve fare i conti con la misera e gli stravolgimenti del conflitto, compreso il travaglio di un rapporto che si accende dopo la guerra, ma sulla introspezione psicologica di ciascuno protagonista e no, tant’è che i dialoghi sono ridotti al minimo, come i un film documentaristico.

E poi i lutti che quella guerra sta portando coi suoi bollettini di guerra, i disastri e i bombardamenti e poi Caporetto. Una disfatta come i sogni impossibili della giovane pianista Ludmila e la sua ricerca di assoluto, cara appunto a quella raffinata intellighenzia triestina, al confine con la finezza di una cultura ormai al disarmo, anch’essa spezzata e martoriata dalle trincee e dai morti, dalle sofferenze. 

Nei libri di quei personaggi per fortuita combinazione incontrarti, la ragazza cercherà le risposte alle sue mille domande che in ogni caso si moltiplicano proprio perché la cultura più che risposte, pone interrogativi. E tutto ciò mentre la guerra ha distrutto non solo vite e cose, ma anche i sogni e le giovanili speranze.