
Ha fatto bene il ministero dell’Istruzione a non riprogrammare le prove concorsuali del 2022 (per il reclutamento del personale docente per i posti comuni e di sostegno della scuola secondaria di primo e secondo grado), per coloro che all’epoca sono stati impossibilitati a presentarsi e partecipare in quanto sottoposti ad isolamento fiduciario ovvero in quarantena per il Covid-19: lo ha stabilito il Tar del Lazio in una sentenza con la quale ha respinto un ricorso collettivo proposto da alcuni candidati alla procedura in questione.
I candidati chiedevano l’accertamento del loro diritto ad essere ammessi allo svolgimento di prove suppletive da calendarizzare, ma i giudici amministrativi hanno ritenuto il ricorso non fondato “in considerazione del sopravvenuto” orientamento “del Consiglio di Stato sull’impossibilità di partecipazione ai pubblici concorsi per questioni riconducibili alla pandemia da Covid-19″.
Secondo il Tribunale regionale, l’evoluzione giurisprudenziale è passata da una prima fase, durante la quale diverse pronunce sono state favorevoli ai concorrenti, ad una successiva contrassegnata dalla decisione del Consiglio di Stato di praticare un ‘revirement’ riaffermando il principio dell’irrilevanza degli impedimenti soggettivi ai fini della partecipazione dei concorrenti alle prove scritte di un concorso pubblico.
Ecco perché i giudici di primo grado hanno rilevato che le posizioni del giudice amministrativo di appello “abbiano indubbia portata generale”. E questo non potuto portare ad altro che al rigetto del ricorso da parte del Tar.