Home Concorsi Concorsi per titoli, per Azzolina sono incostituzionali. Pittoni: ma il premier Conte...

Concorsi per titoli, per Azzolina sono incostituzionali. Pittoni: ma il premier Conte è diventato prof senza svolgere prove

CONDIVIDI

Ha destato molte critiche la dichiarazione della ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in merito alla liceità delle procedure concorsuali con prove d’esame per assumere nuovi docenti nelle scuole, perchè “c’è un giudizio favorevole del Quirinale sui concorsi”, mentre “l’assunzione su titoli non rispetta la Costituzione e quando la si rispetta non è un torto a nessuno“.

Ronzulli (FI): tempi troppo lunghi

Secondo la vicepresidente del gruppo Forza Italia al Senato, Licia Ronzulli, “Azzolina non può continuare a dire tutto e il contrario di tutto. Fino all’altro ieri ipotizzava di mettere in cattedra i precari non laureati e oggi invece torna a bomba sull’idea di effettuare dei concorsi”.

Forza Italia si pone a favore dell’assunzione dei docenti con selezione per soli titoli e servizi. “A parte il fatto che questi docenti, benché precari, insegnano da anni e la loro esperienza si è dimostrata indispensabile per colmare carenze di organico anche imponenti, la scuola a settembre deve assolutamente ripartire a pieno regime e non è possibile attendere i tempi di un concorso”, ha chiosato Ronzulli.

Savino (FI): fuori il Quirinale dalle polemiche

Secondo Elvira Savino, deputata di Forza Italia, “l’operato del ministro Azzolina è giudicato insoddisfacente da tutti: famiglie, dirigenti scolastici, studenti, docenti e sindacati”.

“Neppure la maggioranza parlamentare la difende, ma soltanto il M5S. Invece di prendere atto della situazione e rimediare agli errori, Azzolina tenta di usare come scudo il Quirinale, che invece deve essere tenuto fuori dalle polemiche politiche”, ha concluso Savino.

Pittoni (Lega): Azzolina inadeguata

A pensarla così è anche il senatore Mario Pittoni, presidente della commissione Cultura a palazzo Madama e responsabile federale del dipartimento Scuola della Lega.

“Lascia sconcertati ascoltare il ministro Azzolina affermare che “l’assunzione per titoli non è rispettosa della Costituzione”, dopo che il suo stesso capo, il premier Conte, quando ha partecipato al concorso per diventare ordinario di diritto privato all’Università di Caserta non ha dovuto sostenere alcuna prova limitandosi a presentare i suoi titoli”.

Secondo il senatore leghista, la ministra Azzolina si è autoproclamata “la persona giusta al posto giusto”, ma diventa ogni giorno più evidente la sua inadeguatezza. Per quanto riguarda la scuola, il concorso per soli titoli nato nel 1989 e conosciuto come “doppio canale”, nel 1999 è stato convertito dalla legge 124 in graduatoria permanente (ora ad esaurimento). Trasformazione ribadita dalla giurisprudenza della Cassazione (esempio: sentenza 3 ottobre 2006 n. 21298)”.

Quindi il “doppio canale” è fuori legge?

Pittoni ricorda anche che “le graduatorie possono essere permanenti (tuttora attive per il reclutamento del personale ATA e un tempo attive pure per il reclutamento dei docenti) oppure ad esaurimento (oggi strumento alternativo al concorso ordinario, previsto specificamente dalla legge e ribadito anche da una sentenza della Corte Costituzionale)”.

Quindi, conclude il leghista, “lo strumento “graduatoria” è pienamente legittimo, ha pari dignità rispetto al concorso ordinario ed è anche “tutelato”, dal momento che la Suprema Corte ha sancito che ad esso va assegnato il 50% dei posti annualmente disponibili, percentuale pure aumentabile nel caso di esaurimento di parallele graduatorie concorsuali”.

Turi (Uil): sgarbo istituzionale

Anche secondo Pino Turi, leader della Uil Scuola, “abbiamo visto che il ministro Azzolina ha bisogno di tirare in ballo il Presidente della Repubblica per nascondere le proprie carenze”.

Secondo il segretario generale della Uil Scuola “che sia un errore aver rinviato l’assunzione dei precari dal primo settembre lo capiscono ormai tutti”.

Mentre, “voler tirare nelle responsabilità anche Mattarella ci sembra veramente il colmo. Non solo uno sgarbo istituzionale, ma la mancanza di senso politico generale in un momento nel quale le istituzioni sono l’ancora di salvezza del Paese anche contro l’inconsistenza della politica scolastica del ministro”.