Home I lettori ci scrivono Continuità didattica: i genitori si appellano alla Convenzione Onu

Continuità didattica: i genitori si appellano alla Convenzione Onu

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Consapevolezza. Questa sarebbe stata la parola d’ordine della futura classe Quarta dei nostri figli, ma solo stamane abbiamo letto delle imminenti immissioni in ruolo che hanno coinvolto il maestro Dario Costa, delle classi terze della scuola primaria Istituto Comprensivo «G. FALCONE e P. BORSELLINO» Offanengo (CR).

Pensiamo che la situazione che si è verificata quest’anno sia eccezionale, pertanto non è possibile pensare di applicare una burocrazia ordinaria ad una situazione straordinaria per il benessere dei nostri figli.

A tal proposito, facciamo appello anche noi, come altri genitori stanno facendo in situazione analoghe, alla convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza:

  1. Superiore interesse (art.3). In ogni legge provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l’interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità.
  2. Diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo del bambino (art.6). Gli stati devono impegnare il massimo delle risorse disponibili per tutelare la vita e il sano sviluppo dei bambini, anche tramite la cooperazione tra paesi.
  3. Ascolto delle opinioni del minore (art.12). Questo articolo prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i processi decisionali che li riguardano e il corrispondente dovere, per gli adulti, di tenere in adeguata considerazione le loro opinioni.

Se fosse possibile intervistare i nostri figli, ognuno spiegherebbe a modo suo quanto sia insostituibile e straordinario il loro maestro Dario e questo non appare in nessuna graduatoria, ne per titoli ne per servizio.

La decisione di interrompere la continuità didattica costituisce un serio motivo di preoccupazione da parte di noi genitori.

Desideriamo sottolineare l’importanza del maestro Dario e dello speciale rapporto che ha instaurato con tutti i suoi “teneri Malassortiti”, (così chiamati da lui), li ha tenuti per mano dal primo giorno di scuola e li ha sostenuti in modo unico e irripetibile nei momenti più bui e angoscianti dando attenzione e sostegno ad ognuno di loro.

Riportiamo alcuni passaggi scritti direttamente dal maestro nelle sue lettere d’appello nella speranza che qualcuno possa fare qualcosa: “La mia è una storia comune a tanti docenti che non temono spostamenti di sede, provincie o regioni, ma solo di lasciare la mano che hanno tenuto nel buio appena passato. Per lasciarla me la devono tagliare.”

Questa lettera è per salvaguardare tutti i bambini che, a causa della burocrazia, dovranno versare un mare di lacrime.  

Quindi, ci chiediamo, sarà nell’interesse dello Stato avere dei bambini traumatizzati? Perché è questo quello che succederà.

I nostri bambini sono anche un po’ VOSTRI e finché ci sono questi maestri la scuola dovrebbe esserne orgogliosa.

Sbagliare è umano, ma possiamo sempre porre rimedio, come scritto da un’allieva di terza di Romanengo: “Usa l’impossibile per fare il possibile”.

                                 I genitori delle future classi quarte di Romanengo (Cr)