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Corsi sostegno Indire: ecco perché siamo contrari

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Dalla FLC-Cgil di Cuneo riceviamo questo comunicato sul tema dei corsi Indire a firma del Gruppo docenti specializzati su sostegno.

Con la presente, in rappresentanza dei docenti specializzati e specializzandi sul sostegno attraverso il TFA tradizionale e non ancora regolarizzati, intendiamo esprimere la nostra preoccupazione in merito alla proposta di attivare il nuovo percorso TFA INDIRE da 30 CFU per la specializzazione sul sostegno. Tale iniziativa, se attuata nelle modalità prospettate, rischia di svalutare l’impegno, i sacrifici e la qualità formativa del tradizionale percorso TFA Sostegno, svolto presso le università italiane.
Il percorso del TFA Sostegno tradizionale è estremamente rigoroso e articolato. Gli aspiranti docenti
specializzati devono affrontare:

  1. Tre prove di accesso selettive: una prova preselettiva, una prova scritta e una prova orale, ciascuna delle quali richiede una preparazione approfondita e un impegno significativo per superare una concorrenza elevata.
  2. Un anno accademico di formazione intensiva, che include:
    o Corsi teorici su pedagogia, didattica speciale, psicologia dell’apprendimento e legislazione scolastica.
    o Laboratori pratici mirati a sviluppare competenze specifiche nell’inclusione degli studenti con disabilità.
    o Tirocini diretti e indiretti, per un totale di almeno 300 ore, svolti presso istituzioni scolastiche, con un’attenta supervisione da parte di tutor esperti.
  3. Esami finali che verificano in modo puntuale le competenze teoriche e pratiche acquisite.
    Questo percorso, pur essendo impegnativo e gravoso, garantisce una preparazione solida e completa, essenziale per affrontare le sfide dell’insegnamento agli alunni con bisogni educativi speciali.
    Il nuovo TFA INDIRE da 30 CFU pur avendo nobili intenzioni e concepito per “specializzare” rapidamente i docenti non specializzati e coloro che hanno acquistato titoli all’estero, appare riduttivo rispetto a quello del percorso tradizionale per assicurare una preparazione adeguata. Tale scelta non solo rischia di compromettere la qualità dell’insegnamento, ma mina anche la credibilità e il valore del titolo conseguito con il percorso tradizionale.
    Pertanto, qualora il Ministero intendesse procedere con l’attivazione del TFA INDIRE da 30 CFU, riteniamo imprescindibile che vengano adottate le seguenti misure per tutelare chi ha completato il tradizionale percorso
    universitario.
  4. Inserimento prioritario nelle graduatorie di supplenza e finalizzate al ruolo per i docenti specializzati attraverso il percorso tradizionale, rispetto a coloro che accedono alla specializzazione mediante il TFA INDIRE o titoli esteri.
  5. Valutazione differenziata dei titoli, attribuendo un peso maggiore al percorso formativo più completo e articolato svolto presso le università italiane. Deve essere garantita una netta distinzione tra i percorsi formativi per salvaguardare il principio di merito e riconoscere il valore del duro lavoro svolto da chi ha seguito il TFA Sostegno classico
    Il lavoro svolto da chi ha scelto di intraprendere il percorso tradizionale del TFA Sostegno merita il massimo riconoscimento e rispetto!
    Dietro ogni specializzato c’è un investimento considerevole di tempo, energie e risorse economiche, che non può essere equiparato a una formazione ridotta.
    Il merito è un valore fondante che non può essere ignorato o svilito da scelte che privilegiano scorciatoie formative. Riconoscere il sacrificio, l’impegno e la qualità della formazione dei docenti è un atto dovuto nei confronti di chi ogni giorno lavora per garantire il diritto all’istruzione degli studenti più fragili.

Confidiamo che il Ministero voglia prendere in seria considerazione queste osservazioni e agire in modo da tutelare il merito, l’equità e la qualità del sistema educativo italiano.

Gruppo docenti specializzati su sostegno