Il prossimo anno, la cosiddetta “chiamata diretta” (al Ministero ci tengono ad utilizzare la formula “chiamata per competenze”) potrebbe cambiare, pur senza derogare alla legge.
Si sta molto parlando, in questi giorni, di un intervento diretto anche da parte degli organi collegiali: la “regola” potrebbe essere recepita da uno specifico accordo (una sorta di sequenza contrattuale) previsto dall’intesa politica sottoscritta lo scorso 29 dicembre.
In realtà se si vanno a leggere le linee guida deliberate già nell’aprile scorso dall’Autorità nazionale anticorruzione si scopre che in quella delibera c’era già tutto, sarebbe bastato applicarla.
L’Anac, infatti, aveva già detto che le procedure di “conferimento di incarichi di docenza” rappresentano attività a rischio di corruzione.
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In particolare, la delibera dell’Anac, si riferisce proprio a possibili “discriminazioni e favoritismi nell’individuazione all’interno degli ambiti territoriali del personale cui conferire incarichi”.
Per evitare tali rischi l’Anac aveva già individuato le contromisure del caso:
1) definizione, anche attraverso la consultazione con gli organi collegiali, e pubblicazione, sul sito internet della scuola, dei criteri oggettivi per l’attribuzione di incarichi
2) diramazione di circolari esplicative dei criteri
3) pubblicazione tempestiva degli incarichi di docenza conferiti
Un accordo ministero-sindacati basato su questi criteri sarebbe perfettamente legittimo e avrebbe persino il benestare dell’Anac e del Dipartimento della Funzione Pubblica.
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