Home Politica scolastica Dall’educazione sessuale alla prevenzione dell’infertilità. Aggiornamenti per i prof

Dall’educazione sessuale alla prevenzione dell’infertilità. Aggiornamenti per i prof

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Il fondo di  500mila euro per promuovere, nell’ambito dei piani triennali dell’offerta formativa, interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione rivolti a studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, relativamente alle tematiche della salute sessuale e dell’educazione sessuale ed affettiva, sono stati dirottati “per fornire moduli formativi, rivolti agli insegnanti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, per aggiornare sui contenuti per interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione, prioritariamente riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione dell’infertilità, ciò coerentemente sia con la disposizione approvata, sia con le finalità del Fondo, che l’emendamento incrementa”.

L’infertilità ha avuto il sopravvento sulla affettività, in funzione forse di consegnare più figli alla Patria che oggettivamente si sta depauperando di abitanti, mentre per altro verso si tolgono di mezzo eventuali velleità di introdurre materie ideologiche, quali le cosiddette materie gender

Dichiara però, si legge su Vita.it, la direttrice del centro studi Adv-Against Domestic Violence dell’Università di Milano-Bicocca: “La notizia relativa alla proposta di trasformare l’educazione all’affettività e alla sessualità in uno strumento per la prevenzione dell’infertilità sembra essere una farsa, se non fosse che è vera. Vengono confusi temi complessi che non possono essere certamente identificati”.

Ma così è, e decisione di re è decisione di re, che è come dire, essere lo stato per sua stessa definizione tiranno, se ha la maggioranza.

Se poi, come sostengono gli esperti, si rivela in questa scelta un sostrato sessuofobo non giustificabile, insieme a un sottotesto ideologico pericolosissimo, è altro discorso. E infatti: come è possibile, ci si domandano, scambiare l’affettività e la sessualità con l’infertilità?

Striscerebbe quindi l’idea che l’infertilità sia soprattutto un problema femminile, della sola donna che non vuole saperne di fare figli, al contrario della infertilità maschile, menzionata solo come problema disfunzionale, indipendente dalle scelte di vita. 

Ma la faccenda più grossa riguarda l’latro punto, quello di dare agli insegnanti il compito di trattare l’argomento dopo avere svolto “moduli formativiper aggiornarsi sui contenuti per interventi educativi e corsi di informazione e prevenzione, prioritariamente riguardo alle tematiche della fertilità maschile e femminile, con particolare riferimento all’ambito della prevenzione dell’infertilità”.

In pratica, una questione medica, l’infertilità, che può avere svariate cause, viene affidata ai prof che già per loro conto dovrebbero svolgere altri e ben diversi corsi di aggiornamento. 

Quali competenze dovrebbero avere i docenti per trattare il tema dell’infertilità? Chi sarebbero gli esperti incaricati di formarli? Medici? Sessuologi? Psicologi? Perché gli insegnanti dovrebbero assumersi anche questo ruolo? Non si tratta di un argomento scolastico, ma di un tema sanitario. Pertanto, questa proposta è semplicemente priva di senso, anche se la il Governo sembra sostenerla senza però dare ragioni convincenti”.

Infatti, si legge suVita.it: “Non è la sterilità a determinare il crollo delle nascite, bensì fattori sociali, economici, scelte di vita. Questa confusione solleva domande fondamentali”, mentre torreggia la “resistenza ideologica, intrisa di misoginia sessuofobica”, considerato pure che l’Italia è l’unico Paese dell’Europa occidentale privo di un programma strutturato di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole. Parlare di affettività agli studenti significa insegnare il rispetto, costruire relazioni sane e combattere la violenza di genere-temi più urgenti che mai. E questo apprendimento deve iniziare ben presto, fin dalle prime fasi di socializzazione, quindi in età prescolare”.

Secondo la Fondazione Una Nessuna Centomila: “ È grave e sconcertante, ma non c’è da sorprendersi, sta nel solco delle posizioni assunte nei primi due anni e mezzo di governo”.

Anche ActionAid che riporta i dati raccolti con l’Osservatorio di Pavia secondo i quali il 60% della popolazione italiana ritiene l’educazione alla sessualità urgente.