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Didattica a distanza: le FAQ del Ministero complicano la vicenda invece di chiarirla

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Sulla possibilità di attivare la didattica a distanza anche per il prossimo anno scolastico si sta aprendo un problema di non poco conto sul quale gli stessi dirigenti scolastici segnalano difficoltà applicative o situazioni paradossali.
Già abbiamo dato conto della richiesta dei prèsidi ANP che invitano il Ministero a fornire indicazioni chiare e univoche; ma – dopo la pubblicazione del vademecum curato proprio dai tecnici di Viale Trastevere in collaborazione con i colleghi della Sanità – i dubbi sembrano persino aumentare.
“Da un lato – osserva per esempio Emanuele Contu, dirigente del professionale Puecher-Olivetti di Rho – abbiamo FAQ ministeriali che, cancellando senza una piega tre anni di lavoro e ignorando l’autonomia delle scuole, dicono che neanche per gli studenti positivi al Covid si potrebbe più attivare la didattica digitale integrata, ma dall’altro abbiamo l’ipotesi di affrontare l’emergenza energetica lasciando in DAD le classi un giorno alla settimana
Secondo il dirigente di Rho la contraddizione è più che evidente: “Da un latosi dice di non usare la didattica a distanza neanche per gli studenti che non possono venire a scuola, dall’altro si ipotizza di lasciare gli studenti a casa per risparmiare sul riscaldamento, tanto possiamo metterli in DAD”.

“La didattica a distanza – aggiunge Contu – è uno strumento importante, che non sostituisce la didattica in presenza, ma può integrarla sotto diversi aspetti: ad esempio consente a studenti assenti per periodi di qualche durata di non perdere del tutto il contatto con il lavoro che si svolge in classe, oppure permette lo svolgimento di attività integrative ed extracurriculari coinvolgendo studenti che per problemi di trasporti ed esigenze familiari non potrebbero trattenersi a scuola oltre l’orario di lezione (non ci sono solo le scuole del centro città, infatti)”.

Conclude Emanuele Contu: “Tutto questo è molto imbarazzante, perché se costruissimo le nostre ipotesi a partire dalle esigenze e dai diritti degli adolescenti, che hanno pagato già un prezzo altissimo alla pandemia, diremmo esattamente il contrario: non tagliamo più neanche un’ora di scuola in presenza e teniamoci stretta la didattica digitale integrata come strumento per arricchire l’esperienza di tutti e per non lasciare indietro chi attraversa un momento di difficoltà”.