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Didattica a distanza: secondo Andis ci sono criticità su dotazioni, rete e formazione

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Sono poco meno di 800 (775 per l’esattezza) i dirigenti scolastici che hanno risposto ad un questionario predisposto dall’Andis (Associazione nazionale dirigenti scolastici) per esplorare le criticità che le scuole stanno affrontando in questo momento di emergenza sanitaria nazionale

La criticità maggiore, secondo i ds che hanno risposto al sondaggio, riguarda la valutazione degli studenti e gli adempimenti dei consigli di classe (79%) seguita dagli esami di stato del primo e secondo ciclo (65%) e dalla implementazione della didattica a distanza (61%).
La pulizia straordinaria dei locali e le misure straordinarie di lavoro agile sono temi considerati molto meno critici.

Stando ai dati forniti dai dirigenti interpellati nella maggior parte delle scuole la partecipazione degli studenti alle attività di DAD è elevata anche se un centinaio di ds su 775 segnala una percentuale di partecipazione che non arriva all’80%.
Interessanti le risposte fornite alla domanda sul perché risulta difficile coinvolgere gli studenti nelle attività di DAD.
Per il 31% dei dirigenti i motivi sono legati alla mancanza di connettività per struttura del territorio (la rete non raggiunge tutte le aree), mentre per il 71% la causa va ricercata nella mancanza di connettività per disagio socioeconomico dello studente e per il 53% nella mancanza di dispositivi in famiglia.
Per il 44% c’è il problema di dispositivi inadeguati (smartphone, tablet, pc obsoleti) e per il 69% i problemi sono dovuti alla condivisione di un dispositivo per più componenti della famiglia.

Molto elevata la partecipazione dei docenti: solamente 15 ds su 775 segnalano una partecipazione inferiore all’80% dei docenti della scuola. Secondo il 75% dei ds la mancata partecipazione dei docenti sarebbe legata alle scarse competenze digitali dei docenti e per il 42% ad un “atteggiamento non collaborativo rispetto a una modalità didattica non contemplata dal CCNL”

Ma come verrà concluso l’anno scolastico nelle 775 scuole dei ds che hanno partecipato al sondaggio?
Nel 61% dei casi, secondo quanto dicono i dirigenti, la valutazione sarà fatta dai consigli di classe tenendo conto degli elementi raccolti nel corso della DAD, mentre per il 6% si terrà conto solo degli elementi di valutazione del primo trimestre/quadrimestre; il 14% dei ds ritiene infine che non vi siano sufficienti elementi di valutazione e che pertanto sarebbe opportuno ammettere gli studenti all’anno successivo.

Per quanto attiene gli esami di Stato il 37% ritiene che potrebbero essere svolti in modalità on line purché il Ministero indichi le modalità per legittimarli in tale modalità 36,9%; per l’11% potrebbero essere svolti nella modalità consueta in fase conclusiva dell’anno scolastico magari utilizzando anche i primi giorni di settembre 2020 mentre per il 43% potrebbero essere svolti nella fase conclusiva dell’anno scolastico ma con correttivi tesi a velocizzarli al massimo.

Complessivamente il sondaggio sembra confermare tendenze già emerse in queste settimane (grande partecipazione alle attività da parte dei docenti e difficoltà legate alle infrastrutture e alle “competenze digitali”).
Sarà interessante verificare se e come cambieranno gli scenari dopo l’attivazione delle misure straordinarie previste dal Governo (stanziamenti per l’acquisto delle attrezzature, disposizioni in materia di esami e scrutini finali).

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