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Didattica ludica, il pensiero di Piero Angela: “I docenti ricordino il motto ‘ludendo docere’, insegnare divertendo”

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Parlando della propria esperienza scolastica, che al contrario di quanto si potrebbe immaginare non è stata così brillante, il compianto Piero Angela, divulgatore, giornalista e conduttore scomparso lo scorso agosto 2022, nel suo libro La macchina per pensare, pubblicato nel 1987, ha sottolineato l’importanza di imparare divertendosi: “Personalmente, mi sono annoiato mortalmente a scuola e sono stato un pessimo studente. Tutti coloro che si occupano di insegnamento dovrebbero ricordare continuamente l’antico motto latino ‘ludendo docere’, cioè insegnare divertendo”.

La scuola, in effetti, non deve essere solo un luogo dove si imparano nozioni, ma anche e soprattutto un ambiente nel quale tessere relazioni. Creare un gruppo classe coeso e aperto alla conoscenza di sé e dell’altro è incredibilmente benefico per i suoi membri, ed è un obiettivo che può essere raggiunto attraverso dei giochi, in un’atmosfera di gioioso apprendimento. VAI AL CORSO

Le attività ludiche applicate alla didattica

Giochi che consentano di dedicare tempo alla costruzione di relazioni positive, oltre i soliti codici verbali, per favorire tra gli studenti un senso di accoglienza, stupore e voglia di fare insieme, giochi cooperativi mirati alla progressiva costruzione di un clima inclusivo e gioioso su cui poter fondare percorsi di apprendimento efficaci e saper progettare in classe una sessione di giochi.

Le attività ludiche non devono essere bollate come distrazioni, anzi: se sfruttate a pieno, pensate e programmate per fini didattici possono risultare davvero efficaci.

Come scrive Andrea Ligabue, docente e ludologo, nel libro “Didattica ludica. Competenze in gioco”, il gioco è un’occasione di apprendimento complessa e coinvolgente che coinvolge abilità fondamentali per lo sviluppo del bambino, come quelle sociali (collaborazione, rispetto delle regole), cognitive (pianificazione, strategia), motorie (coordinazione, senso dello spazio), emotive (competizione, paura).

Che tipo di giochi?

In particolare, i giochi a cui si fa riferimento sono quelli cooperativi, che facilitano lo sviluppo di competenze sociali e di problem solving, la conoscenza di sé e degli altri. Si tratta di attività relazionali a tutti gli effetti, attraverso cui gli alunni possono confrontarsi con i compagni e imparare a stare all’interno di una comunità. Questo tipo di skills, se affinate bene sin dall’infanzia, possono contribuire a formare i cittadini del domani.

Il corso

Su questi argomenti il corso Cominciamo con un gioco – 2ª edizione, in programma dal 17 ottobrea cura di Giovanna Malusà.