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Dimensionamento scolastico: Cgil e Flc Sicilia, Schifani non fa gli interessi della Regione

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Ancora sul piede di guerra la Flc-Cgil Sicilia e il sindacato Cgil contro il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, che di fronte al taglio di ben 92 scuole autonome che saranno nel triennio accorpate, non alza la protesta contro il governo nazionale, come se la faccenda non gli riguardasse.

In un comunicato stampa, i sindacati fanno sapere: 

“La Sicilia è la prima regione in Italia per povertà educativa e dispersione scolastica e paradossalmente è anche una delle regioni più colpite dai tagli del governo nazionale sulla scuola. 

Ma mentre altre regioni, come Campania, Emilia Romagna e Puglia hanno già impugnato il provvedimento, il governo Schifani tace, confermandosi complice del governo Meloni”.  

La Flc Cgil nazionale, afferma il segretario nazionale Rizza nel comunicato,  ha  presentato un ricorso al Tar del Lazio, che sarà discusso il 17 ottobre, “contro tagli decisi secondo una logica prettamente economica, che impatteranno pesantemente sul nostro territorio e specialmente sulle aree interne, nelle quali finirebbero accorpati sotto un’unica dirigenza anche istituti scolastici di comuni diversi, con prevedibili problemi organizzativi”.  

Per quanto riguarda il lavoro “la riduzione- rileva il segretario della Flc- avrà come conseguenza la perdita di altrettanti dirigenti e direttori amministrativi e di centinaia di posti di personale amministrativo, tecnico e ausiliario”. 

“Ma la cosa davvero grave – aggiunge Mannino della Cgil Sicilia- sarà la perdita o l’ingovernabilità di un fondamentale presidio istituzionale in molti contesti territoriali della nostra regione, dove la scuola rappresenta l’ultimo baluardo per garantire un futuro migliore ai nostri ragazzi. Un governo che ha a cuore il futuro delle nuove generazioni dovrebbe investire e non tagliare come avviene ormai da troppi anni su diritti fondamentali come l’istruzione e la salute. Un esecutivo regionale dovrebbe fare gli interessi della propria terra, non quelli delle parti politiche cui fa riferimento, sacrificando il sistema scolastico e il futuro dei suoi studenti”.