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Disoccupazione giovanile, Fornero: per vincerla non bastano le buone intenzioni

Per vincere la disoccupazione giovanile imperante, l’Italia punta dritto sull’interconnessione di filiere produttive, formative e professionali: la conferma è arrivata l’8 febbraio nel corso della riunione informale dei ministri del Lavoro europei a Dublino. Tra i presenti c’era anche il nostro ministro del Welfare, Elsa Fornero. La quale ha sottolineato agli omologhi degli altri paesi del vecchio Continente che "la situazione dei giovani e le loro difficoltà a entrare e restare nel mercato del lavoro richiedono risposte serie e operative, non soltanto buone intenzioni".
Fornero ha anche ribadito il pieno e convinto appoggio alle iniziative della commissione per un più efficace ed efficiente funzionamento del mercato del lavoro e per una migliore inclusione e coesione sociale all’interno dello spazio europeo, a ciò destinando specifiche e significative risorse. Il ministro del Welfare ha firmato nell’occasione con la sua omologa tedesca, Ursula Von der Leyen, un documento che registra i progressi dell’intesa già sottoscritta dai due ministri il 12 novembre scorso a Napoli, per la realizzazione di scambi nel settore dell’apprendistato.
Nel corso del vertice di Dublino, Fornero ha incontrato anche il commissario europeo per l’occupazione e l’inclusione sociale, Laszlo Andor, con il quale ha condiviso “la forte preoccupazione per il peggioramento della situazione occupazionale, in particolare giovanile, in numerosi stati membri e la conseguente necessità che l’Europa recuperi le leve dell’economia reale per agire sulla crescita e sulla creazione di posti di lavoro”. 
I numeri, tuttavia, indicano che durante il mandato del ministro Fornero il numero dei giovani disoccupati ha raggiunto livelli record. Ed le norme introdotte, incentrate su flessibilità e licenziamenti più facili, non sembrerebbero ancora raggiunto i risultati prodotti. È solo una questione di tempo?

Alessandro Giuliani

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