Categorie: Politica scolastica

Dispersione scolastica, danno incalcolabile. Cangemi (Pci): colpa dei tagli

La dispersione scolastica è un fenomeno che riguarda centinaia di migliaia di ragazzi del Paese e comporta un danno economico pari al 4% del Pil.

A sostenerlo è la Fondazione con il Sud. Il dato è stato immediatamente raccolto e commentato da Luca Cangemi, responsabile nazionale scuola del Pci, secondo cui “la Fondazione con il Sud, certo non un soggetto imputabile di radicalismo sociale, ci ha ricordato il disastro della dispersione scolastica nel nostro paese” e del “danno sociale e civile incalcolabile” da cui non sono esenti nemmeno i giovani del Centro-Nord.

Secondo Cangemi, si tratta di “una denuncia senz’altro utile ma essa non può tacere delle gravissime responsabilità che stanno dietro questo disastro.Non sono state senza effetto, anche sul versante della dispersione, le scelte dei governi Berlusconi, Monti e Renzi in materia di scuola”.

“Il taglio del tempo scuola, l’attacco a un modello di scuola elementare che avuto verifiche assai positive, le inadempienze verso della scuola dell’infanzia, l’assenza di tempo pieno in tanta parte del Sud – continua l’esponente del Pci – sono tutti elementi che hanno avuto un impatto pesante, in particolare sui settori sociali e territoriali più deboli. Gli abbandoni scolastici sono il segno più evidente di questo impatto”.

“Il Pci – continua Cangemi – si batte per un grande piano di rafforzamento della scuola pubblica a partire dal Sud, dalle periferie metropolitane e dalle zone interne che offra strumenti stabili per contrastare i rischi di dispersione. Progetti specifici possono essere utili ma solo un investimento nazionale che risarcisca la scuola delle enormi risorse a essa sottratte nell’ultimo decennio può consentire una risposta non episodica”.

“In questo piano – conclude – potrebbero, finalmente, trovare una collocazione adeguata le migliaia d’insegnanti che le assurde scelte del governo Renzi hanno relegato in una condizione inaccettabile o hanno consegnato al precariato”.

 

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Alessandro Giuliani

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