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Docenti precari, se l’algoritmo ha funzionato, perché ci sono problemi con le supplenze?

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Ogni anno, tra agosto e settembre, prende il via l’assegnazione delle supplenze scolastiche, un processo che coinvolge circa 200mila insegnanti. Dal 2021, il Ministero dell’Istruzione e del Merito utilizza un algoritmo per automatizzare la procedura, ma le polemiche non si sono mai spente. Anche nel 2024, malgrado i miglioramenti, sono emersi errori che hanno riacceso il dibattito. Il portale Wired, attraverso una richiesta di accesso agli atti del Mim, ha potuto ricostruire tutto il sistema di lavoro dietro alle assegnazioni.

Un problema a monte

A differenza degli anni precedenti, il 2024 ha visto l’algoritmo funzionare correttamente, come confermato da sindacati e ministero. Tuttavia, gli errori continuano a verificarsi per cause umane e amministrative. La carenza di personale negli uffici scolastici regionali e provinciali e le criticità dell’ordinanza ministeriale che regola l’assegnazione delle cattedre rappresentano i veri ostacoli.

Ad esempio, la procedura non prevede il “ripescaggio” dei candidati temporaneamente esclusi: chi non ottiene una nomina iniziale rischia di essere scavalcato da colleghi con meno titoli quando nuove cattedre diventano disponibili. “Non è un difetto dell’algoritmo, ma dell’ordinanza ministeriale”, spiega Manuela Calza, della segreteria nazionale Flc Cgil.

Il ruolo dell’algoritmo

L’algoritmo è sviluppato da Sogei, società statale che gestisce i sistemi informatici per molteplici enti pubblici. Il software, adattato ogni anno per rispecchiare i requisiti amministrativi, calcola le assegnazioni basandosi sui titoli dichiarati dai candidati. Non si tratta di intelligenza artificiale, ma di un sistema che esegue regole prestabilite.

Quest’anno, il Ministero ha introdotto alcune migliorie, come una valutazione preliminare dei titoli e l’integrazione di nuovi parametri per l’assegnazione delle priorità. Malgrado ciò, la complessità delle operazioni e la mancanza di trasparenza restano questioni aperte. “Non possiamo verificare i passaggi come accade con l’algoritmo per la mobilità”, denuncia Massimiliano De Conca, segretario Flc Cgil Lombardia.

Una soluzione che tarda ad arrivare

La carenza di personale negli uffici scolastici è forse il fattore più critico. In regioni come la Lombardia, molti provveditorati operano con il 60-70% di personale in meno, rendendo difficoltosa la gestione delle graduatorie. Non a caso, nel 2021 una docente ha ottenuto un risarcimento dal Tribunale del Lavoro di Torino per un errore dell’algoritmo dovuto a una carente supervisione.

“La tecnologia è nulla senza il controllo”, sottolineano i sindacati. Finché non verranno superati questi limiti, l’efficienza del sistema continuerà a essere compromessa, lasciando insegnanti e scuole in balia di errori evitabili e ritardi burocratici.