Home Archivio storico 1998-2013 Generico Droghe leggere: il 44% degli studenti se le procura a scuola

Droghe leggere: il 44% degli studenti se le procura a scuola

CONDIVIDI
L’uso delle droghe leggere è in aumento e il 44% degli studenti che vogliono fumare uno spinello hanno i loro “fornitori” direttamente all’interno della scuola: il dato è contenuto nella Relazione annuale 2006 sullo stato delle tossicodipendenze in Italia, presentata l’11 luglio a Palazzo Chigi. Dalla relazione è emerso come gli studenti mettano ormai la scuola, dal punto di vista del reperimento di droghe leggere, sullo stesso piano della strada (46%). Per l’assunzione di droghe pesanti, come la cocaina e l’eroina, invece, il luogo di maggiore ‘rifornimento’ rimane la discoteca.
Si tratta di cifre allarmanti, soprattutto perché nell’ultimo anno vi è stato un aumento significativo dell’uso degli spinelli, sia nel contatto sporadico che in quello più frequente: l’uso di cannabis effettuato ‘una o più volte nel corso degli ultimi 12 mesi’ viene riferito dal 24,5% dei giovani intervistati.
Gli altri dati che riguardano da vicino i giovani sono quelli dell’uso della cocaina: una sostanza (assunta dal 4% dei giovani) da cui sono maggiormente attratti i 19enni, sia maschi che femmine, e il cui uso cresce proporzionalmente all’aumento dell’età. Diminuito invece, rispetto all’anno precedente, l’uso di eroina (ne fanno uso l’1,6%), soprattutto tra gli studenti di sesso maschile. Per quanto riguarda il tabacco, il consumo delle femmine è maggiore di quello dei maschi, almeno in alcune fasce di età. Le regioni in cui si registrano le più alte prevalenze di studenti consumatori sono il Piemonte per i cannabinoidi (circa il 28%), l’Umbria per la cocaina (quasi il 5%) e il Molise per l’eroina (2%). Gli allucinogeni e gli stimolanti di sintesi risultano invece istribuiti in modo omogeneo in tutta la penisola.
Rispetto a quanto rilevato nella popolazione generale, gli studenti si contraddistinguono anche per il sempre maggiore consumo di bevande alcoliche: dal 2000 al 2006 la loro assunzione, che può andare dal bicchiere occasionale all’uso quotidiano, è passata dal 64,7% 69,6%.

I dati sono stati immediatamente sottoposti al commento delle istituzioni: secondo il ministro per le Politiche sociali, Paolo Ferrero, ciò che preoccupa è la presenza di “un fenomeno radicato nella società che va combattuto su due piani: la prevenzione, legata però agli stili di vita e alla comunicazione sui rischi e a maggiore spesa sociale verso i servizi che vanno potenziati e migliorati. Serve quindi prevenzione, e non repressione“. Per quanto riguarda le sostanze assunte, quel che dà apprensione al ministro “è l’aumento dell’uso costante della cocaina, con l’aumento dell’uso dell’eroina anche se in modo sporadico: si tratta di sostanze pericolosissime – ha aggiunto il ministro – e occorre lavorare molto sulla prevenzione. Per quanto riguarda i minori, bisogna intervenire molto nella scuola, dialogando con i ragazzi sui loro modi di vivere, non condannandoli, ma riaprire il dialogo della società con i giovani“.