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DSA, vi spiego perchè la Legge 170/2010 non sviluppa le potenzialità dell’alunno

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L’8 ottobre viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la legge 170/2010 che riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia disturbi specifici di apprendimento, denominati DSA, che si manifestano in presenza di capacità COGNITIVE ADEGUATE, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana” (art.1 comma. 1).

La legge sopra specificata entra in vigore il 2 novembre 2010.

In data 6-7 dicembre 2010, per la complessità sollevata dai DSA, si riunisce la Consensus Conference (CC). A causa della scarsità di dati scientifici disponibili o della loro discordanza, la letteratura scientifica internazionale presenta aree di ambiguità e incertezza. Esiste invece accordo sulla base neurobiologica del disturbo, considerato non correggibile, e sulla necessità di una compensazione precoce per limitare efficacemente la compromissione funzionale che ne deriverebbe (pag 38.CC) La CC raccomanda quindi ricerca neurobiologica al fine di individuare iniziative educative didattiche per la compensazione del disturbo.

In data 10 dicembre 2010 viene nominato un Comitato Tecnico Scientifico (CTS) con la durata in carica di due anni con compiti istruttori relativi alle funzioni che spettano al MIUR con particolare riguardo 1) alla ricerca neurobiologica 2) alle conseguenti iniziative educative didattiche e 3) al coinvolgimento delle Amministrazioni interessate (Ministero della salute e dell’istruzione)

La legge 170/2010, così come la CC, considera il disturbo non correggibile, scoraggia la ricerca neurobiologica non rinnovando il CTS e non prevedendo alcun compenso economico per l’attività di ricerca (art. 7 comma 3). Stabilisce, invece, iniziative educative didattiche con provvedimenti compensativi, dispensativi attraverso l’uso di tecnologie informatiche e l’esonero da alcune prestazioni (art.5 comma 2),

Dopo otto anni di sperimentazione se esaminiamo i risultati, e mettiamo a confronto la percentuale dei ragazzi DSA nella scuola primaria con quelli della secondaria tenendo conto anche dell’abbandono scolastico, i casi di remissione del disturbo sono irrilevanti, la percentuale dei DSA aumenta in modo preoccupante e l’assurdo è che questi ragazzi, in virtù di compensi, dispense ed esoneri arrivano all’università.

Concludendo: l’incorreggibilità del DSA è confermata, il mercato delle tecnologie è incrementato così come la percentuale dei DSA, però, si è permesso loro di accedere all’università. Ma la domanda è: “I promulgatori della legge affiderebbero a questi neo laureati la gestione del mercato delle tecnologie?

Per disperata necessità educativa, la ricerca, si è sviluppata anche in ambito scolastico. Questa ricerca però ha permesso di individuare l’eziologia del disturbo e il suo possibile recupero. La curiosità di un insegnante di educazione motoria ha portato ad indagare la correlazione tra deficit motori e deficit percettivi cognitivi. E’ stato così, elaborato un metodo rieducativo la cui applicazione ha dato risultati inaspettati e sorprendenti. La ricerca capillare e approfondita che ne è seguita ha portato a capire il perché dell’efficacia del metodo e a formulare la teoria biologica della mente di Bernardini Alba. Questa teoria prende in considerazione, per la prima volta, l’energia muscolare (il Sistema Nervoso elabora tutti i tipi di energia allo stesso modo) come la sola energia capace di strutturare il processo mentale nella continua correlazione tra spazio interno/corpo e spazio esterno/realtà circostante (esperienza). Ciò è stato originale e illuminante; ha portato finalmente a comprendere la base biologica della coscienza/consapevolezza e a correlare i processi fisiologici con quelli psicologici. La teoria biologica della mente, tra l’altro, ha messo in evidenza che l’energia proveniente dallo spazio esterno (onde elettromagnetiche e acustiche) si propaga in modo diverso rispetto all’energia dello spazio interno (energia muscolare).

La prima si propaga lungo linee rette su un solo asse secondo le leggi della fisica, la seconda si propaga lungo i tre assi direzionali come le direzioni del movimento sull’apparato muscolo-scheletrico); le informazioni che entrambe convogliano e che il SN elabora diventano coscienti/consapevoli e entrano in memoria (diventano parte delle mappe corporee, passano dall’oggettivo al soggettivo) solo se la prima si allinea sulla seconda nell’unità di tempo attraverso l’esperienza motoria sul sistema di riferimento corpo.

E’ proprio la percezione tridimensionale dell’energia muscolare che permette il ragionamento logico. Nel caso dei disturbi specifici di apprendimento, nella dislessia per esempio, un difetto visivo, pur in assenza di patologie neurologiche, può impedire il sincronismo necessario dell’energia proveniente dai due spazi per cui l’alunno trova difficoltà nella lettura, scrittura, decodifica ecc. ma anche nel ragionamento logico.

Questi ragazzi, infatti, hanno inoltre difficoltà nella soluzione di problemi e nella comprensione del testo e spesso sono discalculici. Il metodo rieducativo elaborato nella scuola riesce a ristabilire il sincronismo e a recuperare il deficit attraverso specifiche esperienze motorie.

Il mancato sincronismo/allineamento dell’energia proveniente dai due spazi, tuttavia, può essere causato anche da cattive abitudini e fattori ambientali come per esempio la prolungata esposizione di bambini e adolescenti a informazioni prevalentemente visive e uditive davanti a video giochi, play station, tv, computer, tablet, smartphone ecc.

Questa è la causa dell’aumento esponenziale dei DSA in questi ultimi anni secondo la teoria biologica della mente. A causa della mancata e necessaria esperienza motoria, le informazioni che vengono elaborate nell’unità di tempo sono solo quelle che si propagano lungo un solo asse. Solo quelle entrano in memoria e solo quelle sono utilizzate nella risposta cognitiva-comportamentale. Il processo mentale non è completo manca di tridimensionalità, di intuizione, di memoria di ragionamento logico.

Questa ricerca è stata portata avanti nell’ambito scolastico, ma ha prodotto varie pubblicazioni sia in riviste importanti, sia in atti di congressi nazionali e internazionali come per esempio: “Education, Cognition and Neuroscience” Workshop Internazionale tenutosi all’Università di Trento 1-2 ottobre 2009; articolo pubblicato: “The Cognitive and Rehabilitative Process in the Passage, through motor experience, from objective to subjective in a single case study”.

All’incontro furono presenti l’università di Padova e di Napoli, INSERM Francia, la Normal University Dong Qi Beijing della Cina, due università degli USA Meryland e Harvad, l’inghilterra con l’Università di Cambridg e University College di Londra. Tutti furono portati a conoscenza di come l’esperienza motoria sia il modo per portare a coscienza la conoscenza.

La tavola rotonda, che concluse l’incontro, prese decisioni che non ostacolarono l’iter già in atto della legge 170/2010.

La scoperta sensazionale delle basi biologiche della coscienza/consapevolezza/passaggio dall’oggettivo al soggettivo e con essa la correlazione tra processi fisiologici e psicologici, fu lasciata cadere perché mette in discussione la neuroimaging quale metodo di ricerca internazionale per le dinamiche del processo mentale.

Ancora oggi si continua a riportare sui libri universitari che questa scoperta sarà una delle sfide del nostro secolo oppure che finiremo per non pensarci più. Intanto però la teoria biologica della mente è alla base dell’intelligenza artificiale e della riabilitazione robotica; mentre il metodo riabilitativo che ha portato alla formulazione della teoria stessa aspetta ancora di essere canonizzato e divulgato.

Tuttavia, per la correlazione tra processi fisiologici e psicologici, la mancata o non adeguata presa in carico dei soggetti DSA porta a disturbi oltre che cognitivi anche comportamentali. Recenti studi neuropsicologici mettono in correlazione (vedi Moffit E. e col. 2009) deficit percettivi cognitivi, compreso i deficit nel linguaggio, con comportamenti aggressivi e/o criminali.

Sarebbe davvero tragico e allo stesso tempo comico se, per legge, si favorisse lo sviluppo dell’aggressività a causa dell’uso sbagliato e irresponsabile della tecnologia e poi ci si domandasse perché sono in aumento in modo esponenziale i DSA, l’abbandono scolastico, il comportamento aggressivo e/o criminale dei nostri ragazzi e non per ultimo uno sviluppo deficitario del ragionamento logico.

Per concludere, di certo la legge 170/2010 deve essere rivista e ripensata perché non prendendo in considerazione le basi biologiche della coscienza (il passaggio dall’oggettivo al soggettivo) ritiene il disturbo permanente, impossibile al recupero e come unico “rimedio” impone l’uso di attrezzi tecnologici, gli stessi che alimentano e incrementano il deficit; ignoranza o pensiero criminale? Di certo questa legge impedisce alla scuola di svolgere il suo ruolo: sviluppare le potenzialità dell’alunno attraverso un processo interiore (la consapevolezza e quindi l’uso consapevole delle informazioni) che solo l’esperienza motoria rende possibile; nessuna attrezzo tecnologico può sostituire tale processo e nessuna macchina può rilevarlo.

La neuroimaging rileva solo le cellule neurali che il passaggio dall’oggettivo al soggettivo rende attive. La legge 170/2010 con la sua normativa non scientificamente basata preclude il possibile recupero dei DSA, l’interiorizzazione della conoscenza; quindi il diritto allo studio che la nostra Costituzione sancisce. In ultima analisi la legge 170/2010, così come è, va contro i principi della nostra costituzione dell’etica e della morale.

Alba Bernardini