
Undici grandi città, fra cui Napoli, Roma e Milano, lanciano con forza un appello al governo Meloni per chiedere di recedere dalla decisione di non rifinanziare il Fondo per il contrasto alla povertà educativa che finora ha consentito di realizzare centinaia di progetti per circa 500mila minori in condizioni di deprivazione e fragilità.
E per tale scopo hanno scritto una lettera al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprimendo la “forte preoccupazione” di cancellare di fatto “uno strumento prezioso” e “imprescindibile nel delicato compito di tenuta sociale e di contrasto alle diseguaglianze”.
Il primo a lanciare la richiesta di soccorso al Governo è stato Marco Rossi Doria, per il quale “il tema del rinnovo del Fondo di contrasto della povertà riguarda come l’Italia intende affrontare il tema cruciale dei suoi bambini e adolescenti in povertà assoluta, 1 milione e 300 mila, e in povertà relativa, oltre 2 milioni”.
Infatti, grazie al Fondo finora “sono stati attivati 800 partenariati che hanno riunito circa 9000 organizzazioni pubbliche e private creando” un cantiere enorme, ricco di buone pratiche con impatti rigorosamente valutati” in tema di welfare educativo che riunisce pubblica amministrazione e società civile grazie all’impegno congiunto di governo, fondazioni bancarie e terzo settore.
Anche La Fondazione Terre des Hommes ha espresso “grande preoccupazione” per la decisione del Governo e ha definito il Fondo “uno strumento che si è rivelato fondamentale negli anni per contrastare il maltrattamento infantile, l’abbandono scolastico, la fragilità familiare”.
Pure le Arci, con Arci Ragazzi, l’Uisp-Unione Italiana Sport per Tutti, i Salesiani per Sociale hanno sottoscritto l’appello e sottolineato che appare “indispensabile” rifinanziare il Fondo perché “la povertà educativa non è più un’emergenza, ma un fenomeno grave e strutturale nella società italiana che compromette la crescita delle giovani generazioni”.