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Frasi antisemite e molestie verbali nei confronti di studentesse in classe: accusato professore di un liceo romano

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Fatti incresciosi quelli di cui si sarebbe reso protagonista un professore di un liceo di Roma, l’artistico Enzo Rossi, secondo quanto riporta La Repubblica. L’insegnante, in classe, avrebbe insultato degli studenti di religione ebraica e avrebbe molestato verbalmente delle studentesse.

Quali gravi frasi avrebbe pronunciato il docente?

Tutto è stato denunciato dal Collettivo Osa. Le parole, gravissime, che l’insegnante avrebbe pronunciato sarebbero “Voi nasoni dovete essere cremati”, rivolte a studenti di religione ebraica, e “così mi provochi”, rivolte ad alcune studentesse nel momento in cui si piegavano per raccogliere qualcosa da terra.

Proprio oggi, spiega il quotidiano, si terrà un’assemblea straordinaria in cui alcune ragazze e la madre di un ragazzo racconteranno quanto subito per chiedere alla scuola di intervenire il prima possibile. La palla passa così alla dirigenza della scuola, che dovrà ricostruire quanto avvenuto. Alcuni testimoni, a quanto pare, avrebbero già denunciato l’accaduto all’Ufficio Scolastico Regionale, ma senza avere riscontro.

Solo qualche giorno fa, il 7 novembre, la scuola è stata occupata dagli studenti. Le lezioni sono riprese solo ieri, 15 novembre. Durante l’occupazione, si legge su Il Corriere della Sera, sono emersi casi di molestie anche nei confronti di un alunno con disabilità.

Studenti in agitazione

Si tratta di un autunno caldo per i licei di Roma e di tutto il paese. Dopo l’Albertelli, il Mamiani e il Cavour, ieri è stato occupato il liceo Torquato Tasso, in via Sicilia, fatto su cui si è espressa anche la Senatrice Carmela Bucalo esprimendo solidarietà alla dirigente della scuola.

Dopodomani, 18 novembre, gli studenti di tutta Italia scenderanno in piazza: più di una le ragioni della protesta: la più ovvia riguarda la scuola (gli studenti rivendicano edifici scolastici sicuri e adeguati, classi meno numerose, niente PCTO da sostituirsi con un vero è proprio “salario di formazione”); ma ci sono anche questioni politiche diverse, a partire dalla richiesta di abrogazione del decreto anti-rave: gli studenti temono infatti che la legge possa servire anche a sanzionare pesantemente le occupazioni delle scuole.