Home Estero Gabriel Attal, da ministro dell’istruzione a premier della Francia

Gabriel Attal, da ministro dell’istruzione a premier della Francia

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Elisabeth Borne, dimissionaria da Presidente della Repubblica francese, è stata sostituita da Gabriel Attal, il premier più giovane nella storia repubblicana, nonché il primo a dichiararsi apertamente omosessuale: “Lo dissi a mio padre quando mi innamorai di un ragazzo”.

Ma non è questo ciò che sta suscitando interesse verso la figura di questo giovane premier che comunque, secondo i sondaggi,è stato il ministro più popolare del governo Borne

Nel 2016 Attal ha lasciato il Partito socialista per sostenere la candidatura del leader di La République en Marche!. Poi nell’ottobre 2018, entrò nel governo come segretario di Stato con delega ai giovani, diventando il più giovane membro di gabinetto della Quinta Repubblica. In seguito ha occupato i ruoli di portavoce del governo,  quindi di ministro del Bilancio e infine, dallo scorso luglio, ministro dell’Istruzione. 

Oggi, con la sua nomina dopo le dimissioni di Borne, è il quarto primo ministro della presidenza Macron e il più giovane premier ministre della Repubblica francese, travolgendo altri politici con più esperienze e più navigarti, come il ministro degli interni o dell’Economia: una carriera fulminate, insomma.

Di Attal, e questo lo rende gradito ai francesi, si sa quasi tutto perché il giovane ha aperto al pubblico la sua vita personale già nel 2018, quando raccontò la sua giovinezza, facendo coming out in diretta tv e confessando anche di aver subito atti di bullismo e omofobia durante l’adolescenza a scuola, fra cui molestie omofobe. 

Durante il suo breve mandato al ministero dell’Istruzione, Attal ha introdotto il divieto di indossare l’abaya, il velo lungo islamico, nelle scuole riscuotendo da un lato l’approvazione della destra, ma dall’altro le contestazioni della sinistra.    

Ma non solo per questo Attal ha ottenuto simpatie. Come ministro dell’istruzione ha innalzato il livello di difficoltà dei test standardizzati, in somiglianza dei nostri Invalsi,  e ha promosso l’introduzione di un nuovo servizio civile per gli adolescenti. Si è pure espresso a favore della sperimentazione di uniformi obbligatorie nelle scuole, un’idea, come si ricorderà, sostenuta dalla premiere dame Brigitte Macron e dal leader dei Républicains di centro-destra, Eric Ciotti.

Sembra tuttavia che, come d’altra parte è naturale in politica, abbia pure alle spalle una coorte di avversari che lo criticano per essere sempre stato un privilegiato, in quanto ha sempre frequentato scuole private e avrebbe pure avuto dietro una famiglia influente e con culture variegate: il padre, aveva origini ebree tunisine e la madre ha origini russe ed è cristiano ortodossa.

Attal, nel sistema semi-presidenziale francese, condivide il potere esecutivo col primo ministro Macron che è eletto direttamente dal popolo e nomina il secondo sulla base del risultato elettorale. 

Il presidente viene eletto a suffragio universale diretto a doppio turno. Per essere eletti al primo turno serve la maggioranza assoluta dei voti; se nessuno dei candidati la ottiene, vanno al ballottaggio i due che al primo turno hanno ricevuto il maggior numero di consensi.

Con questo sistema si assicura sempre la maggioranza assoluta al presidente eletto.

Il voto per il presidente e per il Parlamento è separato. Risulta possibile, quindi, una coabitazione tra un presidente di un partito e una maggioranza opposta.