Home Didattica Giannini: serve una nuova scuola umanistica

Giannini: serve una nuova scuola umanistica

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La notizia la riporta Il Messaggero Veneto che illustra l’intervento della ministra Giannini, giunta appena da Roma,  subito ripiegato sull’elezione del nuovo presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Sono certa che Mattarella, grande costituzionalista e giurista raffinato, dedicherà molta attenzione al nostro settore, quello della cultura”.

 

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 E poi, dopo avere sottolineato la differenza tra i modelli angloamericano ed europeo dell’educazione scolastica, basato il primo piú sulle capacità (skill based) e il secondo sulle conoscenze (knowledge based), Giannini ha confermato la validità del sistema scolastico italiano basato su tre caratteristiche: “La prima è la convinzione che il sapere è unico (stesso peso di scientifico e umanistico); la seconda è il partire da una formazione teorica per arrivare all’applicazione pratica; la terza è un sapere che parte da una formazione generalista per arrivare sul sapere specialistico. Questo modello è valido e non si deve cambiare, semmai va integrato con gli stimoli che abbiamo raccolto in questi mesi fin dalla più tenera età: l’educazione alla lingua straniera e l’educazione alla cittadinanza.”

D’accordo, scrive Il Messaggero Veneto, la Nussbaum: ”Tutti gli studenti dovrebbero aver accesso alle materie umanistiche e il ruolo della danza, del teatro e della musica in quanto esperienze gioiose, accanto allo studio dell’economia e della logica, è di fondamentale importanza. A Chicago lavoro con dei bambini che per l’80% provengono da famiglie sotto la soglia di povertà e cantano insieme in un coro. L’esperienza di condividere il proprio fiato con gente cosí diversa è grande strumento per superare stereotipi ignoranti e differenze di ceto sociale. Rimane ancora troppa paura nel mondo per ciò che è diverso e straniero, ma dobbiamo superarlo. A esempio quella grande fucina creativa che è Hollywood è riuscita a superare gli stereotipi sui gay, ma purtroppo non ancora quelli razziali”.