Home Generale Gilda: aspettiamo fatti sulla sicurezza covid negli istituti

Gilda: aspettiamo fatti sulla sicurezza covid negli istituti

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Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti, in base ai dati sul contagio e i decessi dall’8 marzo all’11 aprile, praticamente aumentati: erano 13.900 i contagi e 318 i decessi e sono arrivati, con la ripresa della scuola, a 15.744 contagi e 331 morti, ha dichiarato: «Lo abbiamo sempre sostenuto sin dall’inizio della pandemia: l’unica vera scuola è quella in presenza che si fonda sul rapporto diretto tra docenti e alunni, mentre quella a distanza altro non è se non un surrogato da adottare soltanto in una situazione di emergenza. Tuttavia assistiamo ormai da troppo tempo a una querelle tra fautori della scuola aperta e sostenitori della scuola chiusa che non ci sembra trovi fondamento nelle evidenze scientifiche. Vorremmo, infatti, che qualcuno ci spiegasse perché adesso si è deciso di tornare in classe nonostante i dati relativi ai contagi siano più alti rispetto a quelli registrati quando all’inizio di marzo si stabilì di sospendere le lezioni in presenza».

«Il fatto che le linee guida firmate dalle Regioni per lo screening di massa della popolazione studentesca siano rimaste lettera morta dimostra un’amara realtà: tavoli, protocolli e piani operativi sono tempo perso, tanta sicurezza nelle parole ma nessuna nei fatti. – prosegue Di Meglio – Tracciamento, medico scolastico, tamponi antigenici rapidi: la maggior parte delle misure previste non sono state applicate a dovere, compresa la rimodulazione del trasporto pubblico per consentire il necessario distanziamento a bordo dei mezzi”». 

«E proprio a causa di tutto ciò, ci preoccupa non poco l’ipotesi per le scuole superiori di un ritorno al cento per cento degli studenti a maggio, anche alla luce dello stop alle vaccinazioni per gli insegnanti. Una vera e propria incongruenza, soprattutto considerato che per completare l’immunizzazione dei docenti prenotati mancavano soltanto 400mila somministrazioni. Una platea – conclude Di Meglio – che si sarebbe potuta esaurire in un paio di giornate, visto che attualmente le dosi inoculate viaggiano al ritmo di quasi 300mila al giorno».