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Gps 2024/2026, apertura a titoli esteri. Gli specializzati sul sostegno fuori dall’Italia: “Diffamazione e ingiustizie verso di noi”

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La nostra Redazione, dopo aver ricevuto centinaia di mail di protesta dei precari con la specializzazione sostegno conseguita in Italia che si oppongono all’eventuale apertura, nelle prossime GPS 2024-26, ai docenti specializzati sul sostegno all’estero, ha ricevuto anche molte mail da parte di questi ultimi, che chiedono di non essere discriminati. Eccone il contenuto.

Lo sfogo degli specializzati sul sostegno all’estero

In un contesto di crescente tensione e disinformazione, noi specializzati sul sostegno all’interno della comunità europea, ci troviamo costretti ad esporre pubblicamente le ingiustizie e la diffamazione che stanno minando nuovamente la nostra professione e la nostra integrità.

Dopo che i sindacati hanno chiarito, in seguito ad un incontro con il Ministero, il nostro diritto di stipulare contratti, ci siamo ritrovati coinvolti in un vergognoso scenario di accuse infondate e attacchi ingiustificati, simile a quanto già sperimentato lo scorso anno. Suscita perplessità il fatto che non vi sia stata da parte vostra, una reazione cosi’ vigorosa e accesa riguardo alla possibilità che le famiglie possano confermare docenti non specializzati, addirittura con punteggi inferiori.  

Ci chiediamo sinceramente: questa situazione non vi suscita alcun timore? Ci chiediamo inoltre: siamo forse gli unici soggetti ricattabili, nell’auspicio di ottenere concessioni in cambio da parte del Ministero? Si sta forse sollevando una cortina fumogena contro di noi, per favorire interessi personali? È evidente che, anziché affrontare le questioni con serietà e imparzialità, si stia piuttosto focalizzando l’attenzione su di noi, con la speranza di ottenere privilegi che nemmeno gli insegnanti ordinari, adeguatamente preparati e qualificati fino ad oggi, possono vantare.

Ondata di odio?

Non possiamo più rimanere in silenzio di fronte a questa manifesta violazione dei nostri diritti e della nostra dignità professionale e personale. È nostro dovere, quindi, denunciare presso le sedi competenti coloro che si rendono colpevoli di diffamazione e ingiustizie nei nostri confronti, fornendo i nomi e i cognomi di coloro che si macchiano di tali comportamenti dannosi.

Agiremo senza alcun indugio, recandoci presso le autorità competenti, fornendo prove concrete che documentano la diffamazione nei nostri confronti, perpetrata da giorni sui vari gruppi WhatsApp e sui social media e non esiteremo ad estendere le nostre azioni legali anche nei confronti di sindacati che diffameranno persone e titoli. Come genitori, madri, padri e professionisti altamente qualificati, non consentiremo che la nostra integrità personale e professionale sia nuovamente messa in discussione. L’era dei tentativi di ricatto per interessi personali è ormai per noi da un bel po’ tramontata.