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I mali della scuola italiana: burocrazia e docenti che si avviano ad essere semplici esecutori

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Quando mi chiedono del futuro della scuola, cercando di leggere la realtà della scuola nel presente e con la mente proiettata a quanto potrebbe accadere nell’immediato futuro, non mi faccio soverchie illusioni. Sul futuro della Scuola Statale in Italia e sul futuro degli insegnanti dall’osservatorio di SBC posso dire che le cose sono molto peggiorate all’interno delle scuole: arretra man mano la scuola della Costituzione e cioè quella del cittadino e avanza quella del mercato cioè quella del consumatore.

Se qualcuno mi chiedesse in un’ipotetica intervista quali sono i mali della Scuola io risponderei che dal mio osservatorio social i mali che affliggono e affliggeranno, caratterizzano e caratterizzeranno la scuola italiana sono e saranno questi:
1)Un effimero “nuovismo” spacciato per progressivo, legato al consumo e al mercato dell’industria dell’elettronica e dell’informatica, l’industria oggi più potente. Propugnatori di questo nuovismo sono la lobby dei pedagogisti universitari, i rappresentanti Scuola della Confindustria, nonché la potente burocrazia ministeriale di viale Trastevere e di Palazzo Chigi che opera tramite i DS e le loro potenti associazioni in primis l’ANP.
2) Una scuola tutta curvata sulle esigenze del mercato e del consumo, appiattita nel presente con un drastico ridimensionamento del livello delle conoscenze che la scuola statale oggi non intende più assicurare agli studenti per marcare le differenze sociali tra chi sa e chi non sa e dovrà conoscere solo le istruzioni per eseguire, insomma l’educazione/istruzione che diventa per i più addestramento pre lavorativo di uomini ad una sola dimensione.
 3) Un sempre più accentuato carattere burocratico ed esecutivo dell’insegnamento che si avvia ad essere un insieme di procedure standardizzate sotto il controllo diretto del DS coadiuvato dal suo Staff.
4) Una compressione salariale dei docenti che da professionisti dell’Istruzione si avviano ad essere semplici esecutori appendici delle macchine per insegnare, (per cui la logica del basso stipendio è giustificabile) essi faranno girare i programmi nei computer e assicureranno la socializzazione degli studenti con tutti i rischi connessi ad una violenza diffusa nelle famiglie e nella società e che si riverserà sugli insegnanti. Oggi se ne percepiscono solo le avvisaglie con studenti che impallinano o accoltellano insegnanti, per citare i più eclatanti episodi di quest’anno a Rovigo e ad  Abbiategrasso.
5) Un grande potere dei DS con la dirigenza potenziata dal 2015, un potere destinato a crescere sempre di più, saranno loro i prefetti o feudatari delle scuole, in futuro potrebbero assumere e licenziare, sanzionare e licenziare, gestire l’organico e le assenze degli insegnanti.
5) Una carriera del docente sul fare altro dall’insegnamento il cosiddetto middle management di cui parlano Giannelli dell’ANP, Barbacci della Cisl Scuola e Cicero dell’Ancodis e altri e una tendenza ancora più accentuata alla passività e al servilismo da parte degli insegnanti, questo già lo si comincia a percepire nei nuovi insegnanti che transitano in ruolo o sono ancora precari (oggi 1 su 3). L’ assenso al DS assume già ora aspetti da servilismo elettivo. 
6) La divisione rigida in una scuola per i ricchi e i meritevoli privata o statale e privata insieme, e una scuola statale per tutti gli altri che non possono permettersi rette elevate o immigrati di prima e/o seconda generazione. Io ho capito questo. Ma mi auguro di sbagliare.

Umberto Eco scrisse molti anni fa un saggio intitolato “Apocalittici e Integrati” pubblicato da Bompiani, ebbene io mi auguro per voi, per tutti noi, per la Scuola, per il nostro Paese di non essere stato Apocalittico. Ed è paradossale scrivere questa lettera oggi quando all’età di 105 anni ci ha lasciato De Bartolomeis che disse per primo in Italia che l’insegnamento si basava su una rigorosa ricerca scientifica. In futuro gli insegnanti saranno espropriati dell’insegnamento e si ritroveranno ad essere esecutori di programmi pensati da altri. Un passo indietro. 

Libero Tassella